Mancini dunque chiede tempo. Se dopo la Macedonia era sotto shock, adesso vuole riflettere a fondo, valutare pro e contro, opportunità e rischi, confrontandosi con amici e famiglia. Se alla fine sceglierà di andare avanti o dimettersi lo sapremo soltanto dopo il match di martedì in Turchia. Intanto i contatti “politici” vanno avanti: Gravina arriverà a Coverciano già oggi – un giorno prima del previsto – e parlerà con il c.t., parlerà e ascolterà, per cercare una soluzione che non appaia una forzatura, una soluzione che anzi abbia il sapore della ripartenza.
Chiaro poi che se alla fine quella che il Mancio ha definito “la più grande delusione della mia carriera” dovesse portarlo all’addio azzurro, non ci si farà trovare impreparati. Il nome di Fabio Cannavaro, con Marcello Lippi direttore tecnico di tutte le nazionali (quel Lippi che Gravina aveva incontrato tempo fa per proporre un progetto di supervisione, iniziativa che all’attuale c.t. ha lasciato un certo amaro in bocca), è stato il primo ad emergere. Poi ci sono Gattuso, come Cannavaro simbolo del Mondiale 2006, e De Zerbi, che con il Sassuolo ha convinto tutti. Si è parlato anche di Ranieri (ma forse è troppo tardi) e De Rossi (ma forse è troppo presto). Bisogna attendere. Perché è Mancini l’unico artefice del proprio destino.
Fonte: Gazzetta
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