Atalanta-Napoli è il big match di questo pomeriggio, a Bergamo però quando si gioca questa sfida non si può dimenticare ciò che successe nella stagione 1989/90. Quel campionato fu deciso da un gregario non giocatore: Salvatore Carmando, protagonista di una storia di calcio avvolta nel mistero.
8 aprile 1990. Trentesima giornata di campionato: ne mancano quattro. Il Milan di Sacchi è in testa con un punto di vantaggio sul Napoli. I rossoneri sono impegnati a Bologna, i partenopei a Bergamo. Entrambe le gare sono ferme sullo 0-0. In casa dell’Atalanta, però, accade qualcosa di strano. Al 75′ Alemao, centrocampista azzurro, è colpito da una monetina lanciata dagli spalti. Salvatore Carmando lascia la panchina, attraversa il campo e percepisce il fattore discriminante della stagione. Il regolamento dell’epoca parla chiaro: se un calciatore è costretto a lasciare il campo in seguito ad atti violenti commessi dai tifosi, la squadra che ha subito il danno può ottenere lo 0-2 dal Giudice Sportivo. 0-2 è una vittoria. Il Napoli conquistò lo scudetto al termine di quella stagione, con un uomo in più.
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