Carte FIGC su Juve e Napoli: compravendite “anomale” per maggiori ricavi, martedì la prima udienza
È in programma martedì la prima udienza di fronte al Tribunale federale in merito al primo filone d’indagine sulle plusvalenze, in cui risultano coinvolti undici club tra cui Napoli e Juventus. Nei fascicoli della Procura Figc, visionati da Calcio e Finanza, si parla soprattutto delle “operazioni incrociate”, ossia di quegli scambi di calciatori che avvengono senza transazioni di denaro e che secondo chi indaga presentano aspetti “anomali”, tanto da far sospettare che esse siano volte esclusivamente a “contabilizzare ricavi superiori a quelli realmente realizzati”.
A sostegno di questa tesi viene portato un confronto con le usuali compravendite, ossia quelle in cui un club versa denaro contante a un altro club per assicurarsi le prestazioni di un calciatore: “Quando le società devono sostenere esborsi finanziari effettivi attribuiscono ai diritti alle prestazioni dei calciatori valori inferiori a quelli concordati nelle operazioni incrociate, pur trattandosi – in quest’ultimo caso – di calciatori che presentano carriera sportiva meno importante e profilo tecnico di minore caratura”.
La Procura federale spiega che gli accertamenti si sono svolti solo sulle operazioni incrociate segnalate dalla Covisoc (la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) e sottolinea come “pur considerata la peculiarità del mercato calcistico (cioè la difficoltà nell’attribuire un valore reale a un calciatore, ndr) le compravendite oggetto dell’indagine presentano aspetti anomali, che rendono verosimile che la trattativa condotta sia stata influenzata da ragioni che esulano dall’ambito tecnico/sportivo per sconfinare nelle politiche di bilancio”. Insomma, secondo chi indaga, questo tipo di operazioni, prive o quasi di scambi di denaro, sono “uno strumento utilizzato dalle società per contabilizzare ricavi superiori a quelli realmente realizzati, nonché per iscrivere nell’attivo patrimoniale valori delle immobilizzazioni immateriali superiori al reale, con conseguente effetto migliorativo sul Patrimonio Netto”.
La situazione di casa Juventus
Tra i club finiti nel mirino, la Procura parte dalla Juventus, analizzando le operazioni segnalate: in totale si parla di 216,3 milioni di euro ricavati dalle cessioni (con 152,2 milioni di plusvalenze) e 207,2 milioni di euro sborsati per gli acquisti. Alcune operazioni sono state ritenute congrue ai valori di mercato dei calciatori (si parla in particolare degli scambi Cancelo-Danilo col Manchester City e Pjanic-Arthur col Barcellona), mentre quelle nel mirino riguardano in totale 90,5 milioni di ricavi dalle cessioni, con 80,8 milioni di plusvalenze messi a bilancio: di questi, secondo l’accusa, 60,3 sarebbero frutto di plusvalenze fittizie. Citando alcune di quelle più importanti evidenziate dalla Procura: per la cessione di Audero nel 2019 la Juventus avrebbe messo a bilancio 7 milioni di plusvalenza fittizia; per quelle di Matheus Pereira e Pablo Moreno nel 2020 rispettivamente 6 e 8 milioni, per quelle di Tongya, Portanova e Petrelli nel 2021 rispettivamente 6, 8 e 7 milioni. L’impatto sul patrimonio netto sarebbe in totale di 111,6 milioni di euro. Cifra che, tuttavia, non ha avuto impatto sulla possibilità del club di iscriversi o meno al campionato, motivo per cui il deferimento riguarda solo l’illecito amministrativo, che può portare al massimo a una sanzione.
La situazione del Napoli
Per quanto riguarda il Napoli, invece, tutte le operazioni oggetto di indagine riguardano l’affare Osimhen: si parla di 20,1 milioni di ricavi dalle cessioni per 19,8 milioni di plusvalenze complessive, con un esborso totale di 71,2 milioni per l’acquisto del nigeriano. Per l’accusa il reale valore dei giocatori ceduti non supera il mezzo milione di euro, per un totale dunque di 19,3 milioni di plusvalenze fittizie: si tratta di Karnezis (4,6 milioni di plusvalenza fittizia), Palmieri (6,9 milioni), Manzi (3,9 milioni) e Liguori (3,9 milioni). L’impatto sul patrimonio netto sarebbe in totale di 28,9 milioni di euro. Anche in questo caso, secondo l’accusa, la cifra non ha avuto impatto sulla possibilità del club di iscriversi o meno al campionato, motivo per cui il deferimento riguarda solo l’illecito amministrativo, che può portare al massimo a una sanzione.
La situazione della Samp
Tra i club coinvolti nel primo filone d’inchiesta c’è anche la Samp: il club ligure avrebbe messo a bilancio, secondo l’accusa, plusvalenze fittizie per 11,1 milioni di euro (legate alle cessioni di Leverbe e Ivan al Chievo e Peeters, Mulè e Vrioni alla Juventus) oltre a un incremento fittizio delle immobilizzazioni immateriali per 10,35 milioni di euro (legato invece agli acquisti di Audero, Francofonte, Gerbi e Stoppa dalla Juve). L’impatto sul patrimonio netto sarebbe in totale di oltre 20 milioni di euro.
Fonte: Sportmediaset
LEGGI ANCHE, L’Inter fiorisce a primavera: è di nuovo padrona del suo destino