Il conflitto Superlega-Uefa è tutt’altro che archiviato. Dopo l’ordinanza del Tribunale di Madrid, che di fatto restituisce alla Uefa la possibilità di punire i club promotori del progetto della Superlega, il caso si riapre. Non da subito, però. Da Nyon fanno sapere che nulla si farà nel prossimo anno. Le tre ribelli, Juventus, Real Madrid e Barcellona, le uniche a non ritirarsi dal progetto dopo la sommossa di tifosi, federazioni e persino istituzioni, ci saranno nella prossima edizione della massima coppa continentale. Se ne riparlerà per il 23-24, quando la Champions dovrebbe essere restaurata, passando da 32 a 36 squadre, in un girone unico. Un rammodernamento, insomma. Per assomigliare un po’ di più al modello della tanto odiata Superlega, proprio per togliere di mezzo ogni velleità dei grandi club di creare tornei alternativi.
Un piccolo ripasso: in passato, ricordiamo, l’Uefa aveva deciso sanzioni per 100 milioni e l’esclusione dalle coppe per uno o due anni per i club coinvolti. Poi era arrivato lo stop del Tribunale di Madrid, che con il primo atto aveva sospeso i procedimenti, revocando le misure preventive di Fifa e Uefa, nonché di Leghe e Federazioni nazionali. Il nuovo giudice di Madrid, Sofia Gil, ha restituito alle istituzioni calcistiche il potere di sanzionare i ribelli. Il primo passo sarà il giudizio disciplinare che prevede la trattenuta del 5% dei premi Uefa per tutte le squadre coinvolte nell’ammutinamento. Dunque anche Arsenal, Chelsea, Tottenham, Liverpool, Manchester City e United, Atletico Madrid, Milan e Inter, che però avevano abbandonato il progetto immediatamente di fronte ai primi malumori, verranno colpite dalle misure. Per le tre principali promotrici (Juve, Barca e Real), che hanno dichiarato il progetto della lega alternativa solo in stand-by, suscitando le ire di Ceferin, ci sarà anche una multa aggiuntiva di 15 milioni. Il messaggio è chiaro: chi non paga è fuori dal sistema. Niente Champions e altre competizioni Uefa a partire dal 23-24.
I club fondatori della Superlega finora erano stati protetti dalla prima decisione del Tribunale di Madrid, che aveva ordinato l’annullamento delle misure preventive nell’attesa che si decidesse nel merito. Ora lo scenario è completamente mutato e gli equilibri si sono spostati a favore della unione delle federazioni calcistiche europee.
Fonte: Sportmediaset
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