Il grave infortunio rimediato lo scorso 9 gennaio durante Roma-Juventus gli ha impedito di essere protagonista, ma la voglia di tornare ancora più forte è tantissima. Federico Chiesa, presente a Torino alla presentazione all’inaugurazione di un nuovo centro educativo in collaborazione con Save the Children, insieme al presidente bianconero Andrea Agnelli e al difensore centrale delle Juventus Women Cecilia Salvai – reduce dallo stesso infortunio di Chiesa -, ha fatto il punto della situazione riguardo al percorso verso il recupero: “Il mio sogno è quello di tornare prima possibile ma ci sono delle tabelle da rispettare. Lo staff medico della Juventus è fantastico e mi aiuta in tutto e per tutto. Adesso ho iniziato a correre e fare i primi cambi di direzione, credo per l’inizio di settembre di essere pronto ma vediamo se riusciamo ad accorciare un po’ i tempi. Bisogna essere sicuri per non avere ricadute“.
L’infortunio non gli ha ancora permesso di riabbracciare – in campo – Dusan Vlahovic con cui ha già giocato alla Fiorentina: “Con lui mi trovo benissimo, è un amico anche fuori dal campo. Non vedo l’ora di giocare con lui e fargli qualche assist per far qualche gol in più“. Con l’addio di Paulo Dybala, la maglia numero 10 della Juventus è libera e Chiesa un pensierino ce lo sta facendo: “Indossarla farebbe piacere a chiunque. Poi alla Juve l’hanno indossata dei fuoriclasse. A luglio saprete“. Poi, un punto sul campionato scorso e su quello che verrà: “Noi siamo stati penalizzati dalla nostra partenza, altrimenti ce la saremmo giocata. Il prossimo campionato sarà ancora più difficile. Dobbiamo ritornare ad avere la mentalità della Juventus, ma con un po’ più di cattiveria. Un po’ tanta in più…” e le aspettative sono chiare: “Arrivare a marzo con la Juventus competitiva su tutti i fronti”. Si parla molto di mercato in entrata e, oltre al nome forte di Pogba, un altro sogno è quello di portare Angel Di Maria a Torino: “È un fuoriclasse, ha vinto tanto, ma sul fronte del mercato dovete parlare col presidente”.
Infine, una riflessione sul momento dell’Italia: “Abbiamo bisogno di cambiamento, di giocatori freschi e nuovi ma anche di cambiare il sistema calcio italiano. Siamo indietro rispetto alle altre Nazioni, lo vediamo. Come ha detto anche Mancini, i giocatori in Italia non giocano. Ma qual è il problema? Non c’è il talento o non c’è la formazione? Bisogna cominciare a farsi anche queste domande e cambiare un po’ la mentalità. Mancini è la persona più adatta, l’ha fatto la prima volta e ci ha portato sul tetto d’Europa. Secondo me la formazione è importante. Nel settore giovanile della Fiorentina, ad esempio, quando c’ero io si insegnavano proprio le basi, oggi si pensa più ad altro” ed un consiglio a Wlfried Gnonto, sul quale si sono già scatenate mille voci di mercato: “Gli dico di fare quello che ha fatto quando è entrato la scorsa partita“.
Fonte: tuttomercatoweb.com
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