Un Dusan Vlahovic a 360 gradi quello che parla in una lunga intervista concessa al tabloid inglese The Telegraph, spaziando dalla sua scelta di trasferirsi alla Juventus a gennaio a chi sono i suoi idoli, confessando anche una parte di sé stesso che sul campo non si vede. “Avevo solo un club in mente perché la Juventus è la Juventus. Non c’è altro da dire. E ora mi sento onorato di indossare questa maglia. È incredibile ogni volta che la indosso. Forse il mio agente sapeva dell’offerta dell’Arsenal, ma non ho mai parlato con nessun altro“. L’attaccante serbo è sempre stato molto deciso sulla sua scelta: “Mi identifico decisamente con il DNA bianconero. La personalità della Juventus coincide con la mia personalità. Quando vieni qui non ti arrendi mai, combatti tutto il tempo, fai i sacrifici. Questo era sicuramente quello che stavo cercando“.
Idee molto chiare fin dagli esordi, nel 2016 con la maglia del Partizan Belgrado: “Quando ho firmato il primo contratto ho pensato ‘Ce la farò, posso diventare un grande giocatore’. Non sono ancora un grande giocatore, ma sto lavorando per diventarlo“. Poi Vlahovic parla delle sensazioni che prova quando segna: “Una grandissima gioia, è come volare. Parlando con alcuni amici mi hanno chiesto cosa provassi nel fare gol e la mia risposta è stata che bisogna provarlo per capirlo: è qualcosa che mi pervade, mi riempie completamente. Una volta che provi quell’emozione non puoi più farne a meno, ne vuoi sempre di più. Non ne hai mai abbastanza“. Parlando delle sue fonti di ispirazione, Vlahovic fa due nomi ben precisi non legati al calcio: “Uno è sicuramente Michael Jordan per la sua mentalità. E poi Novak Djokovic: è il numero uno, potrebbe affrontare sette partite di fila e superare sette ostacoli diversi“.
Infine l’attaccante serbo parla di sé stesso: “Mi piace la pressione. Mi piacciono le aspettative alte perché mi piace l’adrenalina che ne deriva. Forse quando ero più giovane soffrivo un po’ la pressione ma ora e nei prossimi dieci anni sicuramente mi sentirò ancora meglio“. Anche a casa il pensiero fisso è il calcio: “Lo vivo 24 ore al giorno. Quando ho tempo libero guardo le partite, sia per divertimento ma anche per imparare e notare qualcosa che posso migliorare“; il suo libro preferito è ‘L’Alchimista’ di Paulo Coelho, anche se “ora non ho più tanto tempo per leggere. Sono completamente focalizzato sul calcio. Il meglio deve ancora venire!“
Fonte: telegraph.co.uk
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