Claudio Gentile ha rilasciato una lunga intervista nell’odierna edizione di Tuttosport, ecco qualche estratto: “Italia-Argentina 1982, due giorni prima della sfida Bearzot mi prende da parte. Prima mi riempie di complimenti poi prova a rifilarmi la patata bollente: “Dimmi, ma non è che te la sentiresti di marcare Maradona?”. Non esito un attimo e gli dico: “Ma ceto, che problema c’è?”. Solo quando l’ho visto annuire e allontanarsi, ho realizzato che non stava scherzando. Ma era tardi per ritrattare”.
“Che cosa mi ha raccontato quella partita di Maradona? Sul giocatore non c’è nulla da dire: nel 1986 ha vinto un Mondiale praticamente da solo, non scherziamo. A livello umano invece, aveva ben poco da spartire con campioni come Zico, per esempio, restando in tema di Mundial: il brasiliano era stato un signore anche dopo la sconfitta. Maradona invece era furioso non aveva inciso e gli era crollato il mondo addosso. Non mi ha degnato di uno sguardo ed è rientrato negli spogliatoi: c’è una regola non scritta ai Mondiali che impone di scambiarsi la maglia al triplice fischio, la sua è l’unica che manca alla mia collezione di quell’edizione in Spagna”.
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