TORINO – Cosa devo fare? Andarmene, dare le dimissioni? A questo devo arrivare? La stanza di Juric fuma: letteralmente. Le temperature sono altissime in Austria, dove il Toro è in ritiro e dove Ivan assomiglia sempre più a una pentola a pressione sul punto di esplodere. L’altitudine e i boschi aiutano ben poco. Nulla c’entra il riscaldamento globale. C’entra il cairismo, qui. Il bubbone non poteva non scoppiare, d’altra parte. Ora si tratta di vedere quando Cairo venderà Bremer. E quando a Juric arriveranno dei rinforzi, Deo gratias. Dicesi bubbone, nel lessico comune, un bitorzolo, una tumescenza, un rigonfiamento della pelle. Manzoni ci scrisse sopra pagine memorabili, nei Promessi Sposi. Juric la prende più bassa: non racconta di un’epidemia di peste a Milano, ma pur sempre sul capoluogo lombardo piovono i suoi fulmini. Milano, s’intende, quale location operativa-decisionale del club granata. E per Ivan sta ormai diventando un’epidemia tutto un certo cairismo. Ecco perché anche in questo caso si deve parlare di bubboni.
Tanto è vero che Vagnati attraversa pure momenti sconsolati, di chi non sa quasi più cosa rispondere, quando Juric è davanti a lui, come nei giorni scorsi. Oppure quando gli parla al telefono: e recepisce urla o frasi velenose. Poi, per carità, il dt ha le spalle grosse, l’esperienza e il carattere per andare avanti come se nulla fosse nelle sue chilometriche, infinite trattative di mercato. Ma indubbiamente durante la sua permanenza in Austria al fianco del tecnico e dei giocatori, tra giovedì e venerdì, Vagnati ha toccato con mano l’indice altissimo di incazzatura di Ivan. Uno spread quasi ingestibile, ormai. Incazzatura davanti al mercato che non c’è e alle croniche mancanze di una società né composita in modo sufficiente né efficiente in tempi rapidi. Volano e sono volate parole grosse, in questa prima parte di ritiro austriaco. Toni pesanti. Sfoghi. Juric non nasconde la rabbia: con soggetti diversi, con toni e atteggiamenti differenti, di persona o al cellulare. Con Vagnati in primis, comunque: è il messaggero di Cairo. Ma il dt sta cercando pure lui di studiarsi dei miracoli, pur di arpionare qualche rinforzo almeno accettabile.
Fonte: Tuttosport.
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