Scrive il Corriere dello Sport, allora: 29 punti-data per ogni singolo giocatore per 50 volte al secondo da 12 telecamere. Sembra una formula impossibile, è l’estrema sintesi del SAOT, ennesimo acronimo per spiegare il calcio. Sta per Semi Automated Offside Technology ed, in un certo senso, la Uefa ha (ancora una volta) bruciato tutti sul tempo. Doveva essere la grande novità del Mondiale in Qatar (dal 21 novembre), come aveva spiegato Pierluigi Collina, Gran Mogol degli arbitri della Fifa, ad inizio luglio, presentando l’ultima creatura in materia di tecnologia applicata al calcio. Ieri la Uefa, nell’ufficializzare la squadra arbitrale per la Supercoppa del 10 agosto a Helsinki fra il Real (vincitore della Champions) e l’Eintracht Francoforte (Eurolega), che sarà guidata dal “bidonedellaspazzaturaalpostodelcuore” (cit. Buffon) Michael Oliver, ha annunciato che proprio in quella sede debutterà, per la prima volta, il SAOT appunto, il fuorigioco semiatomatico. E che lo stesso verrà impiegato anche in Champions League, a partire dalla fase a gironi (6-7 settembre).
L’annuncio lo ha dato lo stesso Rosetti, l’alter ego di Collina in seno all’Uefa: «Il nuovo sistema ci consentirà di valutare le situazioni di fuorigioco in modo rapido e più accurato, migliorando la fluidità della gara e l’uniformità delle decisioni», ha detto l’ex internazionale italiano, dal 2018 sulla poltrona più alta della Commissione arbitrale europea. Lui, all’effetto sorpresa, è abituato, il suo percorso dirigenziale è tutto tappezzato di “prime volte”: la prima donna arbitro a dirigere una finale di una coppa europea maschile (la Frappart), la prima donna arbitro a dirigere una competizione europea maschile (la Frappart), prim’ancora Rosetti fu il progenitore del progetto VAR, ora il debutto del SAOT. Il suo nome era circolato a fine giugno nelle segrete stanze dell’AIA, non contenti di Rocchi (incauti…) e pronti ad una nuovo cambio al vertice.
In attesa che il fuorigioco semiautomatico sbarchi anche in Italia (la Federcalcio è da sempre molta attenta alle novità tecnologiche e regolamentari, siamo stati pionieri nella Gol Line Technology e nel VAR), gli arbitri di casa nostra avranno da studiare una novità che riguarda sempre l’offside e che sbarcherà da subito (anche) nelle nostre competizioni. L’Ifab, l’organismo che sovraintende le regole del calcio, ha dato indicazioni precise circa la differenza fra «giocata» e «deviazione», spiegandola con una circolare (gli arbitri di C, che hanno terminato il raduno il 31 luglio, l’hanno sfiorata, quelli della CAN invece l’affronteranno di petto già da sabato). Non c’è un vero e proprio cambiamento all’interno della regola n.11, si tratta di “chiarimenti” per cercare di circoscrivere la casistica, a tutto vantaggio dell’uniformità. La cosa, però, non ha mancato di creare qualche allarme in seno alle società di A e B, ci penserà il nuovo responsabile dei rapporti AIA-club, Riccardo Pinzani, chiamato a sostituire Giannoccaro e a dare un senso compiuto al ruolo.
Per avere una giocata («deliberate play») bisogna avere «il controllo del pallone con la possibilità di: a) passare il pallone ad un compagno; b) ottenere il possesso del pallone; c) respingere la palla (ad esempio calciandola o di testa)». Detta così, sembrerebbe non esserci differenza con il passato, ma in realtà non è così. Prendete il tentativo di prendere il pallone: provarci provando ad allungare una gamba o sfiorandola di testa viene derubricato immediatamente a deviazione, senza considerare i gesti istintivi. Insomma, la volontà deve essere sottolineata. Il caso particolare è sui falli di mano: quelli “punibili” con il rigore, diventano immediatamente giocate, dunque in caso di vantaggio si dà il gol. L’Ifab però è andata oltre, per determinare che il giocatore ha il «controllo del pallone» ha fornito alcuni criteri: a) il pallone arriva da lontano e il giocatore lo vede chiaramente; b) il pallone non si muoveva velocemente; c) la direzione del pallone non era inaspettata; d) il giocatore ha avuto il tempo di coordinare il movimento del proprio corpo, per esempio senza “allungamenti” o salti istintivi, oppure s’è mosso ottenendo un contatto/controllo del pallone limitato; e) un pallone che si muove a terra è più facile da giocare di un pallone in aria.
Queste indicazioni saranno dunque argomento di confronto e studio per i 50 arbitri a disposizione di Rocchi, che da sabato si raduneranno a Sportilia. La lezione sul fuorigioco è in programma per giovedì 11 agosto nel primo pomeriggio, docenti Manganelli e Di Liberatore, la speranza è che tutti gli arbitri siano ben concentrati e non vengano distratti da altro. Per dire: il gruppo degli anziani si starebbe preoccupando più di rivedere i termini contrattuali, ritoccando al rialzo il compenso fisso per gli internazionali e i “veterani” a discapito di giovani e di chi ha meno gare in curriculum. Bella pubblicità per chi ha bisogno disperato di aumentare il numero degli iscritti, in caduta da ormai anni. Insomma, una bella mano per la crisi di vocazione.
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