Clara Mondonico: “Mi piace pensare che sia stato papà a compilare il calendario. Il Torino è stato la sua rivincita”
Scrive Tuttosport, i giorni del Mondo: sabato la Cremonese, il giovedì dopo l’Atalanta. Due partite per il Torino, nel segno di Emiliano Mondonico. È stato protagonista a Cremona, Bergamo e Torino, lasciando in tutti e tre i casi il suo marchio indelebile. A raccontarlo è la figlia Clara:
Clara, per il Torino arrivano le partite di Mondonico. Ci racconta le sue emozioni?
“A me piace pensare che sia stato papà a gestire la compilazione del calendario. Me lo immagino a vantarsi, sempre con il sorriso. La sua partita per eccellenza è Atalanta-Torino, anche se ricordo la festa a Rivolta d’Adda dopo la promozione della Cremonese in Serie A nel 1984. Lui aveva sempre voglia di condividere i successi con la gente. Alla Cremonese, togliendo l’ultima parentesi (dal 2007 al 2009, ndr), ci sono i miei ricordi di bambina: papà allenava in campo e io stavo negli uffici dello Zini”.
La Cremonese è stata casa, Atalanta la prima sfida probante. E il Torino?
“La sua rivincita, una squadra con grandi ambizioni e voglia di ricostruire un cammino vincente. Papà voleva dimostrare che quel poco che aveva dato da calciatore lo poteva restituire da allenatore. È stata la sua consacrazione. In modo diverso, sono state tre realtà che hanno segnato la sua carriera e la nostra vita. Lui ci ha sempre messo la faccia e, chi lo ha criticato, si è poi ricreduto. Era a Cremona quando sono nata, mentre dei suoi anni all’Atalanta ricordo le prime partite in televisione. Con il Toro ero convinta che avrebbe vinto la Coppa ad Amsterdam”.
Cosa c’è ancora di Mondonico in questo calcio?
“Vorrei dire tanto, ma purtroppo devo dire poco. In qualcuno c’è forse la determinazione che aveva papà. Però la lealtà, la schiettezza e la correttezza che aveva lui non la ritrovo più. È cambiato il mondo del calcio. Si è un po’ perso il romanticismo che, secondo me, faceva innamorare la gente. Ci vorrebbe un po’ più di umiltà”.