Si chiama legge del contrappasso, il principio che punisce il reo col contrario della propria colpa. Dopo 5 giornate di campionato e due di Conference appare chiaro che la Fiorentina produca un gran possesso palla (spesso un pregio), allo stesso tempo un possesso palla sterile ed anche fastidioso. Se guardiamo, invece, come si svolge l’azione del pareggio viola, vediamo un primo tocco di Terracciano che smanaccia per Sottil (secondo tocco), che a sua volta assiste mirabilmente Kouame’, che s’invola verso Perin battendolo in uscita (terzo tocco). Tre tocchi, rapidi, ficcanti, veloci, ficcanti, ed il gioco è fatto. Un tempo si chiamava contropiede, oggi si chiama ripartenza, ma alla fine cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia.
Quindi? La Fiorentina deve cambiare gioco? Deve attendere gli avversari per poi ripartire in contropiede? Ovviamente no, saremmo incoerenti ad affermarlo visto che abbiamo elogiato a più riprese l’identità che Italiano ha dato a questa squadra: aggressività, propositività, grande pressing e (appunto) possesso palla. Però non esiste solo il bianco ed il nero (meno male), esiste anche il grigio con tutte le sue sfumature. Esistono la verticalizzazione, gli inserimenti dei centrocampisti, il tiro da fuori, il movimento senza palla, tutte caratteristiche che se accompagnate da un sano possesso producono gioco e gol. In attesa che Italiano trovi il giusto mix, attendiamo fiduciosi…
Editoriale a cura di Stefano Borgi
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