Paradossalmente i primi fischi arrivano nella sera nella quale la Fiorentina ha creato di più. Occasioni vere, concrete, non presunte come quelle sventolate in sala stampa contro Empoli ed Udinese. Ne abbiamo contate almeno dieci, quattro solo con Cabral nel primo tempo (bravissimo il portiere lettone autore di quattro miracoli). Poi un palo di Barak, due tiri fuori (da buonissima posizione) di Jovic, un altro gol divorato da Ikonè… Ma, lo sappiamo, nel calcio contano gli episodi, e a fronte della mole di occasioni create, si registra un solo gol, un misero gol, che non è bastato a battere i poco più che dilettanti calciatori del Riga. C’è poco da girarci intorno: la Fiorentina è leggibile, prevedibile, lenta, quasi pachidermica nel giro palla, e poi ci sono troppi calciatori fuori ruolo. Aggiungiamo… demotivati.
Tre a caso? Quarta, Ikonè e Jovic. Il primo nazionale argentino, il secondo campione di Francia, il terzo proveniente dal Real Madrid che a suo tempo lo pagò 65 milioni dall’Eintracht Francoforte. Tutti e tre certi del posto da titolare che invece, piano piano, sta sfuggendo di mano. Vuoi per le esplosioni di Igor e Sottil, vuoi per il turn over a volte ossessivo, vero e proprio mantra talebano di Italiano. E a proposito, perchè diciamo che ora tocca ad Italiano? Perchè urge un cambio radicale? Perchè non basta cambiare gli uomini, anche nove per volta, serve ripensare il sistema di gioco, serve rimodulare le fonti di gioco che in questo momento mancano clamorosamente. Amrabat vertice basso ti ha dato solidità difensiva? Certo, ma allo stesso tempo ti ha tolto gol e verticalizzazioni (caratteristiche che aveva un certo Torreira). Da sempre il mediano davanti alla difesa prevede un vertice alto, un trequartista, un rifinitore in grado di innescare la punta.
Le varianti tattiche si sprecano: 4-2-3-1, 3-4-1-2, 4-2-4, 4-4-2… ebbene si, udite udite, anche la possibilità di vedere due punte contemporaneamente. Specialmente in caso di risultato da recuperare, da sbloccare. Proprio come stasera, quando al contrario sul risultato di 0-0, Italiano ha pensato bene di cambiare Cabral con Jovic: lasciando tutto uguale, tutto immutato. E’ uno step che il tecnico viola deve fare, il bravo allenatore è chi adatta i moduli ai calciatori, e chi sa cambiare le partite in corsa. Due concetti che Vincenzo Italiano deve ancora migliorare.
Editoriale a cura di Stefano Borgi
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