Capello: “Quand’ero al Real sconsigliai a Berlusconi Ronaldo, il giorno dopo il Milan lo comprò”
Scrive TMW, arrivano altre parole dal palco del ‘Festival dello Sport’ di Trento da parte di Fabio Capello: “Al Milan abbiamo fatto cose incredibili. Roma è una città difficilissima, complicato anche il modo di lavorare e comunicare. In questi posti ti lasciano qualcosa di diverso. Il Real, il Bernabeu è un santuario. Le responsabilità erano enormi. Il Real è la squadra che mi è rimasta più nel cuore perché l’ho dovuta costruire portando dei calciatori che pensavi potessero fare la differenza. Al Milan l’avevo trovata fatta e poi aggiustata e c’era una grande organizzazione alle spalle. Al Real Madrid bisognava avere carisma per farti seguire da tutti. Avevo in prima squadra quatto calciatori di 20 anni, presi Seedorf dalla Sampdoria e Roberto Carlos per la difesa. Il Real è la squadra che più ho sentita mia, perché l’ho fatta io. Successivamente vennero Capello e Ronaldo, due che però non facevano vita da atleti. La decisione di mandare via Ronaldo e mettere in disparte Cassano aiutò a creare un gruppo vincente. Recuperammo 9 punti di svantaggio a 10 gare dalla fine dal Barcellona. Sono orgoglioso ancora di questo successo. Ricordo una telefonata di Berlusconi quando decisi di vendere Ronaldo. Mi chiese come era e dissi che non voleva allenarsi, gli piacciono molto le donne e fare feste e gli dico di lasciare stare. Il giorno dopo in prima pagina vidi ‘Ronaldo al Milan’. Fu una cosa troppo divertente”.