Per tornare a credere in questa Nazionale serviva una vittoria prestigiosa, magari contro i vice-campioni d’Europa, possibilmente con un gol di un giovane. Ci ha pensato ancora una volta Giacomo Raspadori, con un gioiello dal limite dell’area che ha mandato in visibilio i 50 mila di San Siro. E’ il suo quarto gol in azzurro, solo Barella ha tenuto il passo di Jack dal giugno 2021, quando esordì nell’amichevole contro la Repubblica Ceca. Il talento non è mai stato in discussione, i numeri della scorsa stagione al Sassuolo l’hanno consacrato come uno dei prospetti più interessanti del nostro calcio, quelli dell’ultimo mese lo rendono già un punto fermo, sia dell’Italia che del Napoli. Perché il mese tutto azzurro del nuovo 10 di Mancini è iniziato in un caldissimo pomeriggio di inizio settembre. La partita è Napoli-Spezia, la prima da titolare con i partenopei allo stadio Maradona. Il risultato è bloccato sullo 0-0 e il match sembra destinato a morire con il solito pari bugiardo della squadra di Spalletti, che tira in porta 28 volte ma non riesce mai a bucare Dragowski. All’89’ però il pallone, lisciato da Gaetano, arriva fortunosamente sul piede destro di Giacomino, che lo scaraventa in rete con un destro fulminante. Altri tre punti in saccoccia, dopo quelli pesantissimi strappati al Liverpool tre giorni prima nella magica notte di Champions. E’ l’inizio dell’epopea di Raspa, che non poteva immaginare un debutto migliore. E il meglio doveva ancora arrivare.
Un giorno di riposo e poi tutti sull’aereo, si va a Glasgow per il secondo turno di Champions, nella tana dei Rangers. Gli scozzesi picchiano, Zielinski si fa parare due rigori e il gol di Politano con ancora mezz’ora da giocare non fa star tranquilli. Al 77′ Raspadori entra al posto di Simeone e gli bastano 480 secondi per bucare il portiere McGregor al suo esordio in Coppa dei Campioni. I suoi gol presentano quasi sempre gli stessi ingredienti: scatto bruciante, controllo nello stretto e tiro che anticipa l’intervento del difensore. Velocità di piedi e di pensiero, doti che hanno portato alcuni a paragonare l’ex Sassuolo a Giuseppe Rossi, che solo un fisico di vetro ha tenuto lontano dai migliori stadi del mondo. Altri scomodano addirittura un mito nazionale come Paolo Rossi, che proprio ieri avrebbe compiuto 66 anni. Pablito aveva caratteristiche più da prima punta, scappava via alle difese insinuandosi nei meandri dell’area piccola, mentre Jack ama partire da dietro e risolve la carenza nel colpo di testa con i tiri da fuori. I paragoni si sprecano, ma a chi glieli propone nelle interviste, Raspa risponde sempre: “Mi fanno piacere, ma devo lavorare ancora tanto“.
Al Meazza serve una vittoria per sperare ancora nel primo posto del girone di Nations League, ma le premesse non sono così edificanti. Mancini deve fare a meno di undici giocatori, fra cui i fedelissimi Immobile, Chiesa, Pellegrini e Verratti, un’emergenza che lo induce ad abbandonare il 4-3-3 e ad abbracciare un più prudente 3-5-2. Sarà Raspadori ad assistere l’amico ed ex compagno di squadra al Sassuolo Scamacca. L’Italia prova a fare la partita, Jack mette lo zampino su entrambi le azioni più pericolose degli uomini di Mancini: al 4′ un bel passaggio sulla sinistra a liberare Di Marco che crossa per Scamacca e un’imbucata con i giri giusti sempre per l’esterno dell’Inter in avvio di secondo tempo. A pescare il 10 sulla trequarti è Bonucci con la specialità della casa, il lancio lungo dalla difesa. Ed è ancora una volta il capitano della Juve che trova Raspadori dieci minuti più tardi per il gol vittoria. La gittata è ben più lunga, Jack addomestica il pallone con una precisione perfino eccessiva, la palla gli resta sotto il corpo e lo obbliga a defilarsi. Walker e Rice commettono l’errore di lasciargli secondi e metri di spazio per pensare alla giocata e realizzarla. Ne nasce un destro secco imprendibile per il portiere inglese, che suggella un’azione simile a quella del gol di Giaccherini a Euro2016 contro il Belgio. “La cosa più bella è che Bonucci mi aveva chiamato quella giocata e pochi secondi dopo l’abbiamo fatta. Ho avuto la palla giusta, è stata una bella azione e un bel gol“.
Sollevato anche il CT Mancini, che continua a incalzare i club italiani: “Raspadori ha delle qualità tecniche straordinarie, ma è un giocatore che ha pochissime partite a livello internazionale. Ha iniziato ora a farle con il Napoli e questo conta. Se avesse già 50 partite alle spalle a questo livello sarebbe ancora più forte“. Ma il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette. Perfino l’anagramma del suo nome, Magico, fa felici i tifosi azzurri, che sognavano una notte come quella di San Siro per tornare a sperare in una Nazionale bella e giovane. Non commettiamo l’errore di considerarlo il futuro del calcio italiano, perché a 23 anni Giacomo Raspadori è già il presente.
Uno dei più grandi e stimati nomi del tennis ritratta il suo addio: potremmo presto…
Dopo tre pareggi consecutivi e il rinvio della gara con il Milan, gli emiliani ritrovano…
Dodò una delle colonne portanti di questa Fiorentina, Palladino non ne fa mai a meno…
Una nuova vita semplice e modesta lontano dai riflettori del calcio: l'ex giocatore di Lazio…
Le formazioni ufficiali di Cagliari-Bologna CAGLIARI (4-3-2-1): Scuffet; Zappa, Palomino, Luperto, Obert; Prati, Marin; Zortea,…
Un fulmine a ciel sereno colpisce l'Inter: movimenti nella capitale lasciano presagire una trattativa clamorosa. …