PRINCIPI DI GIOCO – Dove davvero c’è una distinzione concreta tra i due allenatori è nell’importanza data ai principi di gioco. Pioli ha saputo dare, dal suo arrivo sulla panchina del Milan, una precisa linea di condotta strategica ai suoi giocatori. Titolari e riserve sanno interpretare i vari momenti della partita sapendo con precisione come si comporteranno i compagni di squadra. Leao stringe e Theo Hernandez si allarga e viceversa, per esempio. Uno dei centrali di centrocampo può spostarsi lateralmente per creare una superiorità numerica sulla fascia, mentre l’altro può scendere tra i difensori per avere un giocatore in più in fase di primo palleggio. Nella Juve non ci sono automatismi così precisi. Ci sono alcune situazioni che si ripetono, come l’allungamento immediato delle mezze ali o degli esterni che tagliano verso il centro (nel caso di un 4-4-2) a cercare zone libere nei mezzi spazi, ma per il resto viene concessa una libertà di interpretazione totale che, in molti casi, limita la fluidità della manovra.
PIANO PARTITA – Senza rinunciare alle proprie concezioni di gioco, Pioli sa adattarsi agli avversari cercando di sfruttare a proprio vantaggio i loro punti deboli. La scorsa stagione il passaggio al 4-1-4-1 è stato decisivo per regalare ai rossoneri la fondamentale vittoria del San Paolo contro il Napoli. La ricerca ossessiva della profondità è un altro pattern che si ripete contro squadre che cerchino l’uno contro uno a tutto campo (vedere come esempio le partite contro l’Atalanta). Allegri, e il suo staff, sono molto attenti a questo aspetto, tanto che spesso non si sa bene come leggere tatticamente la Juventus. I bianconeri possono andare ad aggredire alti in certi frangenti, alternando la pressione a lunghe fasi di difesa posizionale che possano regalare spazi da sfruttare con la velocità dei giocatori d’attacco.
LA GARA DI SAN SIRO – Pioli ha come primo grande obiettivo quello di pensare a come trovare spazi nelle probabili lunghe fasi di difesa da parte bianconera. Oltre a tentare l’aggressione alta sui primi possessori della Juventus, e i continui cambi di posizione dei giocatori sugli esterni e sulla trequarti, si cercherà di fare uscire la linea difensiva di Allegri per poi colpirla con inserimenti centrali con lanci che possono arrivare anche dalle fasce. L’altro obiettivo sarà quello di cercare di isolare Leao negli uno contro uno sulla sinistra. Da parte bianconera, invece, si alternerà l’aggressione, anche alta ma limitata nel tempo, a un’attesa con due linee compatte da quattro per non lasciare spazi al Milan. Una sfida, insomma, ricca di concetti tattici appassionanti.
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