Fiorentina: dare la colpa a Venuti per la sconfitta con l’Inter è come nascondere la polvere sotto il tappeto

Perdere una partita all’ultimo secondo fa sempre male, soprattutto quando recuperi per due volte una squadra come l’Inter. La cosa che fa più riflettere, leggendo molti commenti di tifosi viola, è che ci sia sempre il bisogno di trovare un colpevole.
In questo caso, il colpevole di turno è Lorenzo Venuti, reo di aver commesso l’errore all’ultimo secondo spazzando il pallone addosso a Mkhitaryan per il 3-4 finale. Giustissimo, per carità.
L’errore è evidente, nessuno lo mette in dubbio, e Venuti probabilmente è il primo ad accorgersene, ma è così necessario sfogare tutta la rabbia su di lui, arrivando anche alle minacce?
Qui stiamo un po’ esagerando, soprattutto perché, secondo il nostro punto di vista, la Fiorentina non ha perso la partita per l’errore di Venuti.

La Fiorentina ha perso la partita contro l’Inter perché è una squadra sopravvalutata (dall’anno scorso) che ha fatto più delle proprie capacità la scorsa stagione; in realtà, è una buona squadra a livello tecnico, ma debole mentalmente, fragile.
Lo dimostrano i gol subiti al 2′ e all’ultimo secondo. Vuol dire non esserci con la testa, significa non avere la mentalità giusta per fare risultato in certe partite.
Se al minuto 94:30 (con 5′ di recupero) Terracciano ha il pallone tra le mani, non esiste subire un gol, a maggior ragione in quel modo: centrocampo e difesa posizionati malissimo, a pochi secondi dalla fine, per chiudere poi con l’errore tecnico di Venuti.
Quello che ci teniamo a sottolineare, leggendo vari commenti dei tifosi della Fiorentina, è che non ha senso prendersela con Venuti, né con l’arbitro (perché nonostante tutto la partita era stata raddrizzata), perché non si ottiene niente.
Le colpe sono di tutti: allenatore, giocatori e società (forse la più colpevole per quest’annata iniziata male) perché “il pesce puzza dalla testa”, il resto sono solo conseguenze.
Quindi, per il bene della Fiorentina e dei fiorentini è giusto che l’ambiente si compatti e si sostenga, senza cercare sempre un capro espiatorio da crocifiggere per nascondere i reali problemi che ci sono intorno alla società gigliata, come si nasconde la polvere sotto al tappeto.
E ci sentiamo in debito di proporre un appello: è giusto che uno possa esprimere il proprio pensiero con educazione e rispetto, però è anche giusto analizzare le partite a 360°, non limitandosi a singoli episodi che poi, purtroppo, sfociano in offese e minacce verso giocatori o allenatori.
Il tifo dev’essere passione, divertimento, non scontri verbali o, peggio ancora, risse.