Scrive La Nazione, almeno cinque colpi sparati. Tre a segno, al torace e al collo. Due i killer in moto. Un’esecuzione sotto casa, in via Fratelli Zanzottera 12 a Figino, estrema periferia ovest di Milano. Così è morto ieri sera Vittorio Boiocchi, il capo ultrà della curva Nord nerazzurra che avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 30 dicembre. Qualcuno lo ha intercettato davanti al cancello d’ingresso dello stabile in cui viveva e lo ha colpito a morte mentre stava rientrando alle 19.45: trasportato d’urgenza al pronto soccorso del San Carlo, è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale. Il suo omicidio apre una serie di scenari che ora dovranno essere scandagliati dagli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo: chi l’ha ammazzato? Perché? Nei primi minuti, gli agenti delle Volanti hanno raccolto le testimonianze di alcuni residenti che hanno sentito gli spari, ma al momento non si sa se siano arrivate indicazioni utili all’indagine coordinata dal pm di turno Paolo Storari.
Innanzitutto, bisogna capire quante persone siano entrate in azione, se il killer fosse da solo o con un complice, magari a bordo di un’auto o di uno scooter. Gli inquirenti passeranno al setaccio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Sul posto pure la Digos, per via dei suoi legami col mondo ultrà. Il suo nome si collega immediatamente all’ambiente del tifo organizzato di fede interista, di cui era tornato a capo dopo essere stato scarcerato, al termine di un periodo di detenzione durato 26 anni per droga e rapine.
Poi la morte di Daniele Belardinelli, investito da un’auto in via Novara il 26 dicembre 2018 prima di Inter-Napoli, e il coinvolgimento diretto di alcuni leader della Nord negli scontri con i rivali partenopei lo avevano di rimbalzo riportato al vertice del secondo anello verde. Qualche mese dopo, c’era stata una scazzottata in curva con Franco Caravita, a seguito del quale Boiocchi era stato ricoverato per un infarto. Un litigio poi platealmente smentito con una foto in cui i due si erano fatti immortalare in ospedale, con tanto di dito medio a favor di smartphone. A marzo 2021, era stato arrestato in flagrante dalla Mobile insieme a Paolo Cambedda: nel bagagliaio della loro Nissan Qashqai, gli agenti avevano trovato pettorine della Finanza, un taser e una pistola con canna modificata. Il piano emerse dopo: sequestrare un imprenditore per estorcergli 2 milioni di euro. A metà giugno dello scorso anno, Boiocchi, era stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di 2 anni e 6 mesi. Doveva tenersi a distanza di almeno 2 chilometri dal Meazza. Impossibile, quindi, per lui, andare a vedere la “sua“ Inter che ieri sera a San Siro ha affrontato la Sampdoria. Alla notizia della morte di Boiocchi, la Nord si è svuotata.
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