Emanuele Filiberto compra il Savoia: “Un progetto anche per tenere i giovani lontani dalla criminalità”
Scrive La Gazzetta dello Sport, un membro di Casa Savoia per il Savoia. Sembra l’epilogo più ovvio di una storia che ha tutti gli elementi per essere avvincente. Dopo gli arresti di inizio ottobre coordinati dalla Procura di Napoli, a causa dei legami di alcuni dirigenti con la criminalità organizzata che avevano portato ad un giro di estorsioni proprio ai danni della società, Emanuele Filiberto è pronto a rilevare il club di Torre Annunziata, che oggi milita in nel girone A di Eccellenza Campania. Domattina, davanti alla Basilica della Madonna della Neve, il discendente dell’ultima casata reale e nipote dell’ultimo sovrano presenterà pubblicamente in città il suo progetto per l’acquisizione. Si tratterà molto probabilmente di una formalità, dal momento che il presidente Mario Pellerone ha annunciato la messa in vendita della squadra a titolo gratuito dal 1° dicembre.
Il principe ha costituito una società per azioni, la Casa Reale Holding, insieme a tre soci: l’imprenditore farmaceutico Nazario Matachione (già presidente del Savoia nel 2003), l’ingegnere esperto in certificazioni internazionali Roberto Passariello e Marco Limoncelli, attivo nel campo della finanza. Con loro ci sarà l’avvocato Elio D’Aquino, come “garante della massima trasparenza e legalità: avrà l’incarico di tenere lontana la camorra” aveva spiegato nelle scorse settimane Emanuele Filiberto all’edizione online Corriere della Sera. E aveva aggiunto: “Vorrei lanciare con il Savoia anche un progetto per tenere i giovani lontani dalla criminalità”. L’idea di entrare nel mondo nel calcio gli è venuta qualche giorno dopo la notizia degli arresti. Emanuele Filiberto già conosceva il Savoia ed era stato accolto a Torre Annunziata con tutti gli onori quando tornò per la prima volta in Italia. D’altronde il nome e lo stemma sono un chiaro omaggio alla casata reale. E adesso questo legame sta per diventare ancora più forte.
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