Erano le cinco de la tarde, più o meno, quando in Europa piombò, come un enorme macigno lanciato dal cielo, la notizia secca, cruda: «Morto Diego Armando Maradona». La stavano lanciando in contemporanea tutti i siti internet del mondo, dopo aver verificato l’attendibilità della bomba lanciata dal Clarin. Il direttore del più autorevole giornale argentino, Mariano Verrina, aveva appena mandato la conferma al caporedattore della sezione sportiva, Martín Voogd. «E’ morto», diceva il testo. Subito dopo la notizia era online sul quotidiano. E il Mondo intero scoprì di aver perso il re del calcio.
A distanza di due anni non si sono spente le polemiche e le inchieste sulle responsabilità di medici, amici e familiari che non seppero aiutare Diego, che era stato trasferito in una spartanissima casa in affitto nel quartiere di San Andrés, a Benavìdez, nel Tigre dove rimase appena 15 giorni, dopo essere arrivato l’11 novembre del 2020 al termine dell’intervento per un ematoma subdurale alla testa. Un lutto per tutto il mondo dello sport, con epicentro a Napoli e in Argentina, dove il Pibe aveva regalato le gioie più belle di una carriera inimitabile.
Chissà come si sarebbe comportato Maradona in questi Mondiali in Qatar, lui che aveva preso residenza a Dubai ma che in tutta la vita ha sempre combattuto i soprusi della Fifa, mettendoci la faccia e pagando in prima persona dopo gli attacchi a Blatter e ai poteri corrotti. Anche Infantino era stato investito di recente dai suoi strali.
Nel suo articolo su La Stampa lo ha ricordato oggi anche Marco Tardelli, deluso dalle remore dei big di oggi, da Ronaldo a Messi, incapaci di fare gesti forti a favore dei diritti umani negati. L’ex centrocampista della Juve ha fatto mea culpa: “Tanti anni fa il grande Diego Armando Maradona provò a ribellarsi. Aveva capito come si muoveva la Fifa e cercò di combatterla, ma fu subito soffocato con un imbroglio facendogli così pagare questo suo tentativo di rivolta. Noi non gli credemmo, dicemmo tutti che esagerava e che lo faceva per interessi personali. Caro Diego, ti chiedo umilmente scusa, per non averti appoggiato in questa tua battaglia, avevi visto quello che noi non riuscivamo ancora a vedere, bloccati da un deficit di coraggio che a te invece non è mai mancato“.
E oggi Napoli tornerà a piangere il suo re, come già era successo anche il 30 ottobre scorso per il suo compleanno. Previste numerose iniziative in città: al teatro Trianon di Napoli in scena il recital “Il tango di Dieguito”, per volere del direttore artistico Marisa Laurito, da martedì nella chiesa Anglicana di via San Pasquale a Chiaia sta andando in scena il recital ” Sine Diez, musica perpiedi innamorati’. Al Tram, di via Portalba, c’è ” Con la Luce negli occhi – Sognando Diego Maradona”.
Le manifestazioni spontanee saranno ovunque: fiori e candele davanti ai tanti murales dedicati a Maradona: a San Giovanni a Teduccio, ai Quartieri Spagnoli ma anche a Quarto mentre un nuovo murale sarà inaugurato a via Toledo, A Montesanto si giocherà la Maradona Cup Junior tra squadre di bambini.
In serata, alle 21, fiaccolata dei tifosi che partirà dalla curva B dello stadio intitolato al Diez, cui dovrebbe partecipare anche il figlio Diego Armando Maradona junior che in giornata sarà a Varcaturo assieme a Gennaro Montuori, capo ultrà della curva B ai tempi degli scudetti, agli ex compagni Bagni, Bruno Giordano, Bruscolotti, e al presidente Ferlaino per ricordare il campione che fece diventare realtà a Napoli il sogno scudetto.
Fonte: Virgilio Sport.
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