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L’avv. Grassani lancia l’allarme: “La Juventus rischia l’esclusione dalla A e la revoca degli scudetti”

Il parere dell’esperto avvocato in ambito di diritto sportivo

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Photo LiveMedia/Nderim Kaceli Turin, Italy, October 15, 2022, italian soccer Serie A match Torino FC vs Juventus FC Image shows: Andrea Agnelli during the Italian Serie A, football match between Torino Fc and Juventus Fc on 15 October 2022, Stadio Olimpico – Grande Torino, Turin, Italy. Photo Nderim Kaceli LiveMedia – World Copyright

Mattia Grassani, noto avvocato tra i legali più esperti in ambito di diritto sportivo, ha parlato nel corso di “Radio Anch’io Sport” su Radio Rai1 della situazione della Juventus:

Cosa rischia la Juventus?
“Questa penso che sia l’indagine più pesante della storia della Juventus, anche superiore rispetto a quella di Calcipoli nel 2006. I comportamenti illeciti che gli sono imputati non hanno precedenti. A livello sportivo rischia di più dell’ammenda o della modesta penalizzazione. Tutto questo potrebbe portare a una forte penalizzazione perché la norma stabilisce che se ci sono alterazione di documenti, come le scritture private, può portare conseguenze superiori rispetto alla semplice penalità. La norma prevede che se il club si è iscritto al campionato grazie a questi espedienti, può essere esclusa dallo stesso, può portare alla retrocessione e anche alla perdita del titolo di campione d’Italia”.

Quali sono le tempistiche dei procedimenti?
“La giustizia sportiva ha tempi brucianti a differenza di quella civile. Si concluderebbe subito, entro il 2022/2023 e avrebbe riscontri nell’immediato”.

Le dimissioni di tutto il consiglio d’amministrazione servono a qualcosa?
“Le dimissioni in blocco ricordano la scelta fatta nel 2006 da Moggi, Giraudo e Bettega. Certamente è un segnale positivo in un quadro preoccupante. La Juventus in questo modo ha tagliato col passato ma non basta per ridurre la gravità dei fatti, se accertati. È un segnale che la dice lunga sulla volontà della società di isolare gli elementi che sono coinvolti. Il rischio di reiterazione del reato non c’è più dopo le dimissioni, penso quindi che non ci sia il rischio di un arresto cautelare e che il procedimento proseguirà con gli imputati in libertà”.

Questa situazione è peggiore rispetto a quella legata a Calciopoli del 2006?
“Allora il sistema Juventus fu quello di inquinare il sistema arbitrale dal vertice. Oggi il fatto che gli stessi protagonisti parlino di una situazione peggiore di Calciopoli, dimostra la consapevolezza di comportamenti ancora più gravi rispetto al 2006. Un conto è avvicinare gli arbitri, un conto è drogare i conti della società. Questa viola la competizione con gli altri club e altera la regolarità del campionato. Io non posso mettere capitali nella società tramite figurine Panini o carte del Monopoli per alterare la mia situazione”.

Cosa pensa del procedimento aperto anche dalla Uefa nei confronti della Juventus?
“La situazione con l’Uefa è poco approfondita. Anche per l’Uefa è una situazione unica, perché gli altri procedimenti prevedevano sforamenti della capacità di spesa in relazione al fair play finanziario. In quelle situazioni c’è stato un blocco del mercato, ma questa è una situazione diversa”.

Il percorso giudiziario sportivo e quello penale possono essere correlati?
“Tecnicamente sono due percorsi autonomi. In tanti casi abbiamo assistito ad assoluzioni da una parte e condanne dall’altra. La giustizia sportiva arriverà prima e le indagini penali non avranno raggiunto una verità processuale nel frattempo. Chiaramente dovrà tenere conto della giustizia penale ma il criterio sarà autonomo. Il movimento deve eliminare le mele marce sia che si tratti della Juventus sia che si tratti del Borgorosso FC”.

Fonte: TMW

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