A scuola di swag (e di vita) da Héctor Bellerin

Fonte Foto: Profilo Instagram Bellerin

A metà degli anni Novanta, il giornalista inglese Mark Simpson elaborò un termine molto curioso: metrosexual. Crasi tra le parole “metropolitan” ed “heterosexual”, con “metrosexual” l’allora giornalista di ”The Independent” intendeva definire un uomo consapevole del fatto che la bellezza fosse importante nella vita di tutti i giorni e che è necessario curarsi nel vestirsi, nel pettinarsi e nel curare il proprio aspetto fisico per apparire irresistibile all’altro sesso e fare invidia agli altri uomini, spingendoli, indirettamente, ad essere come loro. “Metrosexual”, un termine non legato all’orientamento sessuale di questi uomini, ma una parola che identifica un uomo che abita e vive in una metropoli e che vuole apparire nella maniera più cool possibile. Il metrosexual si cura all’inverosimile, usa molti prodotti cosmetici, spende tanto per il proprio “wellness & beauty” grazie anche al fatto che a fine mese il suo stipendio è molto alto. Uomini invidiati per la loro bellezza e per il loro stile.

Chi è un “metrosexual”? L’elenco è infinito e gli esempi lampanti sono attori e cantanti, figure dove l’apparire conta forse più del sapere recitare e del sapere cantare. 

E nel mondo del calcio? Subito si può pensare a Cristiano Ronaldo come vero metrosexual, ma il calciatore “metrosexual” per eccellenza è David Beckham, uno che, come ricordava Antonio Cassano, suo compagno ai tempi del Real Madrid, “era un figo anche in pigiama”.

Ma oltre a lui? Tanti, ma in questi ultimi anni si sta dimostrando un vero “metrosexual” un giocatore molto mainstream (ma poco conosciuto in Italia). Un terzino destro spagnolo tutto corsa e assist al bacio. Un calciatore che si dice possa venire a giocare in Italia nella prossima finestra di mercato di gennaio (e che nelle ultime due estati era stato in procinto di trasferirsi proprio da noi). Un giocatore che ha moltissimi followers (non solo femminili) sui social e preso come esempio di giocatore stiloso.

Lui è Héctor Bellerin e di lavoro fa il lateral derecho nel Barcellona. La carriera di Bellerin si può dividere in due filoni: l’ Héctor Bellerin calciatore e l’Héctor Bellerin modaiolo. Bellerin, 27 anni, è un canterano barcelonista che, se non dallo scorso 31 agosto, non aveva mai indossato la maglia della prima squadra blaugrana. Il suo ritorno al Barça è stata la chiusura di un cerchio: andato via dalla Masia a 16 anni con tanta voglia di sfondare, vi è tornato adulto con un bagaglio di esperienza che non può fare che bene alla squadra di Xavi dopo i otto anni con la maglia dell’Arsenal.La fascia destra era (ed è) la sua autostrada: corsa sfrenata, salto dell’uomo, cross e gol del compagno a cui aveva dato la palla.

Fonte Foto: Profilo Instagram Bellerin

La sua esperienza con l’Arsenal si è chiusa dopo 239 partite, otto gol, 29 assist e tre Charity Shield e tre Coppe d’Inghilterra vinte. Idolo incontrastato da parte dei tifosi gunners, la sua carriera ha avuto un po’ troppi alti e bassi e la scorsa stagione, in accordo con coach Arteta (spagnolo come lui), è stato mandato in prestito al Betis Siviglia dove tornò sui suoi standard, contribuendo alla vittoria della Copa del Rey (trofeo che il club biancoverde non vinceva da diciassette anni) e al quinto posto finale in classifica, a cinque punti da una incredibile qualificazione Champions. Al Barcellona però non sta trovando tanto spazio e per questo cerca di tornare ancora ad alti livelli e chissà che con la finestra di mercato di gennaio post Mondiale possa approdare alle nostre latitudini.

Ma veniamo alla parte più succosa, l’Héctor Bellerin modaiolo.

Da sempre attento alla moda e agli stili, per uno come lui come l’aver giocato in Inghilterra, ed in particolare a Londra, è stata la classica ciliegina sulla torta. Il motivo? Londra è dagli anni Sessanta la culla di ogni stile e moda: tutte le mode esistite ed esistenti del Mondo, sono partite da Londra e poi si sono diffuse nel Mondo: giocare nella capitale mondiale della moda è stato per Bellerin trovarsi come un bambino in un negozio di peluche o per un amante del cioccolato fare un giro nella fabbrica di Willy Wonka.

Il suo stile si è visto anche con la maglia dei Gunners: si curava molto l’aspetto fisico ed il proprio abbigliamento, in particolare si fece crescere dei baffetti, mise orecchini vistosi, si fece crescere i capelli lunghi per poi legarli con uno chignon. Tutto ovviamente postato poi sui suoi social. 

Bellerin divenne una fashion victim, tanto da non mancare mai ad alcune sfilate di moda. E le case di moda videro nel ragazzo di Badalona molto potenziale per sviluppare il loro brand e lo cercarono per pubblicizzare capi di abbigliamento particolari e dai colori sgargianti. Notando la sua attenzione per la moda ed il fatto che si vestisse in maniera stravagante, diversi marchi di moda trendy se lo contesero fino all’ultimo capo: Off White, Balenciaga, Puma, Louis Vuitton e Alife. Perché Héctor Bellerin è un tipo con molto swag: ha lo stile giusto per fare colpo su potenziali acquirenti dei prodotti di moda e piacere alle masse, femminili quanto maschili. Un interesse morboso verso il fashion che lo portò, nel giugno 2019, a sfilare nella settimana della moda di Parigi per Virgil Abloh e Louis Vuitton. A Parigi il giocatore sfilò per la prima volta in passerella, ma sembrava che sfilasse da sempre vista la sicurezza nel camminare e nel portamento. Sfilò in Place Dauphine, poco distante dalla Tour Eiffel, con un completo fucsia con pantaloncini corti come un vero professionista della passerella.

Con i Gunners, inoltre, è stato “sfruttato” come co-designer del completo della squadra femminile, coordinando anche lo shooting visto che è un amante della fotografia. Ha influito sulla sua passione per la moda il fatto che sua madre e sua nonna erano entrambe sarte e sin da piccolo le vedeva confezionare molti abiti a Badalona, la città dove è cresciuto.

Ma lo stile di Héctor Bellerin è stato molto frainteso da tanti tifosi avversari, tanto che durante le partite grazie ad un aspetto (secondo molti) effeminato dovuto principalmente ai suoi capelli lunghi tenuti in uno chignon è stato insultato pesantemente. Insulti che non solo duravano il tempo della partita, ma anche nel dopo gara, tanto che il terzino, quattro anni fa, dovette sospendere i suoi canali social per via dei tantissimi insulti omofobi che riceveva. 

Bellerin rimase molto male per questo atteggiamento, ma non si piegò agli insulti, rispondendo per le rime e dicendo che nel calcio dovrebbe esserci l’outing, anche se, secondo lui, i tifosi hanno un’idea stereotipata del calciatore ed uno che si approccia diversamente fa “paura”. Bellerin crede che il calcio non sia pronto e sensibilizzato a sufficienza a superare la questione omofobia e omosessualità. Ma il terzino spagnolo in questi ultimi anni ha deciso di prendere una piega conscious.

Fonte Foto: www.soccergator.io

E qua viene fuori un altro aspetto della vita di Héctor Bellerin: l’essere consapevole.

Consapevole dei cambiamenti climatici. Ed infatti Bellerin è entrato due anni fa nella lista degli Under 30 più influenti in Europa per “Forbes”. Motivo ? Il perorare la causa ambientalistica e la lotta all’inquinamento di aria e mari. La sua passione per la cura ed il rispetto dell’ambiente deriva dal fatto che da piccolo con il nonno piantava alberi e a camminava nelle foreste. Nel giugno 2020, dopo lo stop della Premier League per il Covid, ha promesso che avrebbe piantato 3.000 alberi ad ogni vittoria della sua squadra, arrivando a piantarne 9.000 e ha fatto una raccolta fondi per piantare 60mila alberi in Amazzonia. Inoltre, nel settembre 2020 il giocatore è diventato azionista del Forest Green Rovers, club di Nailsworth, nel Glouchestershire, squadra che fonda il suo credo sul “green” 100%. Il suo scopo era far conoscere a più persone la filosofia di questo club e rendere tutti più consapevoli del rispetto dell’ambiente.

Héctor Bellerin ha collaborato inoltre con il marchio svedese H&M creando una collezione da lui firmata con l’uso di materiale ecosostenibile e riciclato da lavorazioni di materiale tessili, nylon e poliestere.

Consapevole che tutti debbano avere una coscienza politica, calciatori compresi. E nel 2019 si era opposto alla legge dell’Alabama sul divieto di aborto, dicendo che non è solo un problema che riguarda le donne, ma tutti quanti, per non parlare dei suoi tweet anti-Trump e anti-Boris Johnson durante la campagna elettorale per le elezioni politiche.

Consapevole che la cura del corpo passa anche dalla dieta. Dal 2017 il giocatore è vegano, adottando una dieta che (a suo dire) gli ha fatto solo bene e che lo ha reso migliore fisicamente, sentendosi disintossicato, alla faccia di chi pensa che un atleta professionista non possa essere vegan. Si sente meglio di testa e di fisico. Inoltre si diletta in cucina grazie agli insegnamenti dei nonni, fa anche yoga.

Consapevole che i calciatori non sono solo gossip ed informazioni statistiche, ma sono anche uomini come gli altri. E per questo ha girato il documentario “Unseen: the Journey”, un’opera girata direttamente da lui stesso e da uno studio di proprietà dello stesso Bellerin. Uscita poco tempo fa, mostrava, in nove puntate, l’infortunio del giocatore (accadutogli il 19 gennaio 2019 durante il match di campionato tra Arsenal e Chelsea), il dolore, le paure, il pre- e post- intervento chirurgico per il ripristino del legamento crociato del ginocchio sinistro, la riabilitazione, i silenzi e le pause.

Per tutte queste consapevolezze, Héctor Bellerin si è guadagnato le copertine di riviste e magazine non solo fashion target, per raccontare le sue storie, le sue passioni e la lotta alle discriminazioni. E anche il fatto di essere anche un podcaster, cura una trasmissione in streaming chiamata “More than” (trad. “più di”) dove parla di colleghi e sportivi che nella loro carriera sostengono cause di ogni genere lasciando loro spazio per spiegare le loro sensazioni e le motivazioni che li hanno spinti a diventare “più che calciatori”. Perché è ora di finirla con l’idea stereotipata che il calciatore debba fare solo il calciatore.

Insomma, non solo un “metrosexual”. ma un ragazzo a tutto tondo, Héctor Bellerin da Badalona. Un ragazzo conscio del suo stile, dell’aver creato uno stile tutto suo apparendo molto alternativo e anticonformista, ma anche attento al Mondo che lo circonda. Un ragazzo con stile, con propri dettagli curiosi che sono diventati virali.

Héctor Bellerin, un uomo fatto swag. che usa la testa non solo in campo, ma anche nella vita di tutti i giorni.

Articolo a cura di Simone Balocco

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