Le idee della Serie A: meno Nazionale, ipotesi playout no alle 18 squadre, non è la priorità
Scriver Sportmediaset, la Serie A vuole migliorarsi e lo fa presentando un documento in dieci punti che – spiega il presidente Lorenzo Casini – “contengono diversi pacchetti di proposte e iniziative, dall’ordinamento dei campionati, alla sostenibilità economica, le infrastrutture, la valorizzazione dei giovani, alcune proposte per Fifa e Uefa, con otto gruppi di proposte legislative”. Tra queste “il tifoso può essere interessato a quello che riguarda il gioco – continua Casini – e qui facciamo riferimento al VAR a chiamata, a rendere pubblici i dialoghi dell’arbitro con il VAR, poi c’è il tema del tempo effettivo, assicurando una maggiore uniformità della durata delle partite. Poi vorremmo poter far scaldare cinque giocatori insieme, cosa che ora non si può fare”.
C’è poi il tema delle troppe partite: “Pensiamo che sarebbe meglio eliminare alcune amichevoli della Nazionale. La Fifa stessa aveva proposto recentemente una riduzione delle finestre ma la richiesta è stata respinta. Noi vorremmo partire da una ragionevole revisione, magari accorpando quelle di settembre e ottobre. Non è minore amore per la Nazionale, tutt’altro: se si aumentano troppo le qualificazioni per i grandi tornei, magari guardando il ranking o la storia alcune Nazionali potrebbero giocare meno partite di qualificazione”.
Infine, sul format del campionato: “Il numero di squadre al momento non è la priorità, tanti e tali sono i problemi del calcio nella sua interezza. La Serie A nella sua storia ha avuto 16, 18, 20 squadre, ma in questo momento il tema è meno importante e urgente di quelli che sono stati trattati, e in assemblea tutti, anche i club che premono in questo senso, sono stati d’accordo. I playoff? Non è un tema che è stato trattato, i nostri campionati di riferimento sono Liga e Premier League, sono a 20 squadre e non hanno playoff. Quindi al momento di questo non si è discusso. Tema che si è accennato invece è l’ipotesi playout nel momento in cui si lavorasse con la Serie B a un diverso sistema” conclude Casini.
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