Ieri sera Walter Sabatini è tornato a Salerno dove è stato come miglior DS dell’anno nell’ambito del Festival del Calcio Italiano. La premiazione si è tenuta presso il Complesso di San Michele, nel cuore della città che lo ha accolto, fin dallo scorso gennaio, con grande affetto e calore. Sabatini, accompagnato dal suo fido collaboratore Pietro Bergamini, ha incontrato alcuni rappresentanti della Salernitana, tra cui il team manager Salvatore Avallone e Federico Fazio, anch’essi presenti all’evento.
Visibilmente emozionato per il suo ritorno a Salerno, Sabatini si è intrattenuto con giornalisti e tifosi al termine della manifestazione, ripercorrendo il suo incredibile periodo alla Salernitana: “Sono andato via da Salerno nel momento in cui stava per cominciare una nuova stagione ed avrei potuto vivere il momento più esaltante della mia vita, quello in cui costruisco una squadra. Quando sono andato via, in questa città c’era una luce meravigliosa, ma per godersi la luce bisogna aver fatto qualcosa che ti dia soddisfazione. Lo scorso gennaio, ricordo che c’era la stessa luce di oggi e quella luce me la sono goduta quando abbiamo conquistato la salvezza. Ti godi la luce quando hai un motivo alle spalle per poterlo fare, quando hai fatto qualcosa di buono. Non essermi goduto la luce di Salerno in estate, quando avrei finalmente potuto godermi quel famoso pescheto in riva al mare senza neanche le ciabatte, è un mio grande rimpianto. E’ solo colpa mia. Ho litigato col presidente Iervolino per la questione delle commissioni agli agenti di Lassana Coulibaly. In quel momento difendevo quella richiesta, ma aveva ragione il presidente a respingerla. Ho sbagliato io, a causa della mia arroganza, che non è il mio difetto principale, e ora c’è qualcun altro ad operare per la Salernitana e a godersi la luce di Salerno. Amo Salerno e la sua gente. Vorrei abbracciare tutti per dimostrarvi il mio affetto”.
In molti a Salerno si augurano un suo ritorno al timone della Salernitana: “Certo che vorrei tornare, ma sapete tutti com’è andata in estate. La Salernitana è una squadra forte. Dia è un pungiglione straordinario che ti infetta appena gli dai la possibilità di attaccarti in verticale. Penso che col Milan e nelle successive partite, la Salernitana non parte affatto battuta. Sono partite che possono darti ala gloria o la normalità, ma non quelle che devi vincere assolutamente per centrare l’obiettivo stagionale. Nella mia carriera non ho vinto scudetti, ma ho partecipato per cinque anni di fila alla Champions e mi sono salvato a Salerno: posso dire che qui ho vinto”.
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