Scrive Sportmediaset, gli scontri tra ultras della Roma e del Napoli all’area di servizio di Badia Al Pino, lungo la A1, non è stata casuale. La conferma è arrivata direttamente da un ultras azzurro che a “Il Mattino” ha confermato che centinaia di tifosi si erano “dati appuntamento” all’altezza di quell’area di rifornimento con un sentimento di vendetta mai assopito in otto anni – “Alla base di tutto c’è la morte di Ciro, ucciso da un ultras romanista”. Con i tifosi del Napoli diretti a Genova e quelli della Roma in direzione di Milano, lo scontro è stato organizzato e l’area di servizio sull’Autostrada del Sole è diventato il campo di battaglia.
Per la Questura di Arezzo, gli scontri sarebbero iniziati dopo un lancio di sassi da parte degli ultras del Napoli, ma su questo il tifoso intercettato dal quotidiano campano non si è espresso, spiegando invece la premeditazione degli scontri: “Correva voce già dalla mattinata che ci sarebbe stato uno scontro e sarebbe avvenuto proprio in quell’autogrill, dove spesso vengono organizzate le soste delle tifoserie” ha proseguito a Il Mattino.
Le vecchie ruggini tra le tifoserie, dovute alla tragedia di Ciro Esposito, ferito a morte il 3 maggio 2014 all’esterno dell’Olimpico prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, sono tutt’altro che sopite e con le rispettive trasferte intrecciate, l’occasione per un appuntamento regolatore è stata presa al volo. “I fatti di otto anni fa non sono stati dimenticati – ha proseguito l’ultras del Napoli al giornale -, alla base di tutto c’è la morte di Ciro ucciso da un ultras giallorosso”. L’autore dell’omicidio, Daniele De Santis è stato condannato a 16 anni, 10 in meno rispetto alla sentenza di primo grado.
Secondo le prime ricostruzione della Questura di Arezzo, che sta indagando sull’accaduto vagliando le immagini delle telecamere, nell’area di servizio intorno alle 15 erano presenti circa 30 veicoli di ultras romanisti già prima dell’arrivo dei napoletani. Nella guerriglia scatenata successivamente sono stati coinvolti circa 300 persone, tra urla, spranghe, lacrimogeni e scontri che hanno portato a un solo ferito da arma da taglio, subito portato all’ospedale di Arezzo in codice giallo.
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