Dopo il pareggio con l’Inter e un inizio di campionato comunque soddisfacente per una debuttante in Serie A, l’ad del Monza Adriano Galliani si è raccontato alla Gazzetta dello Sport: “Siamo contenti e soddisfatti di quanto fatto finora, dei punti fatti e di come stiamo giocando. Un percorso straordinario finora. Però non mi fate andare oltre, non leggo il futuro. E poi mancano 26 partite alla fine della stagione. Sì, 26: le 21 di campionato e le 5 di Coppa Italia. Abbiamo la Juventus giovedì prossimo, negli ottavi, vero. Ma come diceva mia nonna Dina, non si può mai sapere”.
Galliani ha poi parlato dell’amore per la squadra della sua città: “Darei la vita per il Monza. Lo sport, il calcio, il lavoro, la passione: io con questa squadra vado oltre tutto questo. La prossima partita con la Cremonese di Braida? Un amico vero, un fratello direi. Pensi che quando ero ricoverato in ospedale a causa del Covid, chiamava la mia compagna Helga e la rassicurava dicendole: ‘Non preoccuparti, non mi lascia vedovo’. Questo per capire il legame che abbiamo, frutto di 27 anni di convivenza professionale. La nostra amicizia è nata sui campi da calcio. Per lui, quando giocava nel Cesena, sono andato fino a Foggia a vederlo! Eravamo un gruppo di monzesi, tra cui Gigi Radice. Quella volta fu memorabile: partimmo da Monza all’improvviso, andammo in treno e tornammo in pullman a notte inoltrata. Trovai la porta di casa chiusa…”.
“Con lui e Berlusconi c’è un rapporto indissolubile, direi una catena indissolubile. Del presidente ricordo tante cose della cavalcata dalla C… Lo stadio, per esempio, era inagibile e che il centro sportivo aveva bisogno di una profonda ristrutturazione. Ho riempito il centro sportivo di frasi motivazionali, una su tutte: ‘Abbiamo impiegato 110 anni per andare in Serie A, non possiamo impiegare 12 mesi per tornare in Serie B’. Li martello, perché il calcio è anche questo. Come dice Berlusconi ‘misteri gaudiosi e misteri dolorosi’. A lui devono andare i ringraziamenti di ogni tifoso monzese, io per primo sono un privilegiato, devono ringraziarlo per tutto questo. E non solo per i giocatori acquistati, ma per gli investimenti nelle infrastrutture. Con oltre 25 milioni di euro abbiamo uno stadio bellissimo e il centro sportivo che ospita tutte le nostre 16 squadre, dalle giovanili fino alla prima. Era un’impresa ardua, Berlusconi l’ha resa possibile. Unici in Italia. Il proprietario è brianzolo, l’ad di Monza e il capitano, Matteo Pessina, pure: le radici di questa squadra mi riportano al calcio romantico di tanti anni fa. E poi c’è Palladino che ci ha conquistati. Acquisti per gennaio? Tra zero e uno (sorride, ndr)”.
Infine un pensiero per il Duomo della sua città, il luogo sacro in cui rifugiarsi quando allo stadio si soffre troppo: “E’ la congiunzione tra il Monza e mia madre Annamaria mancata nel 1959. Da bambino andavo a messa a mezzogiorno, poi pranzavamo e mi portava allo stadio con mia sorella Rita al San Gregorio a vedere il Monza. Per questo darei la vita per questa società“.
Fonte: SportMediaset
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