Inchiesta Juve, Cherubini: “Mi sono lamentata più volte con Paratici di valori non congrui”
L’edizione di Torino del Corriere della Sera, ha pubblicato oggi il verbale dell’audizione di Federico Cherubini ai margini dell’inchiesta che coinvolge la Juventus. Il dirigente, che non è indagato, ha parlato per 8 ore davanti agli investigatori: “Io più volte mi sono lamentato con Fabio (Paratici) che il valore che stavamo dando a quei giocatori non erano congrui”. A quel punto gli viene citata una telefonata: “Ci hanno detto de non fa’ le plusvalenze finte”. E i pm gli chiedono, chi? “Nessuno mi ha detto di smettere, ma il cambio di progetto tecnico è avvenuto a luglio 2021. Questo ricordo”. Poi ancora: “Le nostre strategie sono sempre all’interno dell’area sportiva. Agnelli, Nedved e il cda vedevano le plusvalenze quando venivano realizzate, ma non c’è mai stata un’indicazione in tal senso”.
La domanda degli investigatori poi è su Paratici: ha scelto di ricorrere alle plusvalenze in autonomia? “Per quanto è a mia conoscenza, non so se si sia confrontato con Agnelli: il presidente lascia autonomia alle persone che lavorano nell’area sportiva. L’ho sperimentato io stesso in questo periodo, dopo l’avvicendamento che c’è stato con Paratici”. In seguito vengono chieste informazioni sullo scambio Aké-Tongya: “È la classica operazione che accende il faro perché si scambiano due giocatori giovani a un prezzo non basso”. Ma si parla anche di debiti con l’Atalanta: “Sì, credo 6-7 milioni. Non risultano a bilancio per quanto a mia conoscenza”. Infine si parla anche della carta di Ronaldo, con il pm che attacca: “È inverosimile che il ds subentrato a Paratici non conosca gli impegni presi dal predecessore e non conosca carte sottoscritte” e la risposta di Cherubini: “Non sono in grado di spiegare perché questa carta avrebbe impatto sul bilancio… L’impegno comporta un obbligo e doveva essere riportata in bilancio”.