Agnelli si scaglia contro gli attuali governatori: “Vogliono mantenere posizioni di privilegio”
A 51 giorni dalle dimissioni del presidente Andrea Agnelli e di tutto il CdA della Juventus, oggi si insedia la nuova governance bianconera. All’Allianz Stadium va infatti in scena l’Assemblea degli Azionisti del club per la nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione. A parlare, ovviamente, c’è anche lo stesso Agnelli: “Fanno riflettere i numeri delle acquisizioni dei club come Chelsea, Milan, Newcastle ma fanno ancor più riflettere quelli che sono gli investitori. In molti continuano a non comprendere la differenza fra un gioco e un’industria. Io ero presidente dell’ECA e membro del Comitato Esecutivo dell’UEFA. L’analisi era evidente: c’era insostenibilità del sistema, non profittabilità dei Club, gli unici a rischiare. Si coglieva già all’epoca la disaffezione da parte dei tifosi, spesso su questo punto siamo stati criticati, ma mi ha fatto abbastanza effetto leggere da Ghirelli il fatto che si parli di disaffezione dei tifosi. Chi gestisce il livello intermedio si sta accorgendo di questo.
La proposta era una creazione di ecosistema per le leghe principali europee, che aumentasse la stabilità e il rischio d’accesso è tra i più grandi; che mantenesse la simbiosi tra i campionati domestici e quelli internazionali. In quasi cent’anni hanno giocato in Serie A solamente 68 squadre, alcune di passaggio: ricordiamoci di questo quando parliamo di accesso alle competizioni. Mi viene da pensare che se io avessi voluto mantenere una posizione di privilegio mantenendo i miei ruoli evidentemente non avrei preso le decisioni che ho preso. Invece credo che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali per il futuro, altrimenti assisteremo al declino del calcio a favore della Premier League, che in pochi anni attrarrà tutto il talento europeo. Mi sembra evidente che i governatori attuali non vogliano ascoltare preferendo mantenere la loro posizione di privilegio. Sono i monopolisti, sono i gate-keeper della competizione. Da questo punto di vista la speranza è che la Corte di Giustizia Europea definisca questo sport come industria”, uno dei passaggi dell’ormai ex presidente bianconero.
Fonte: TMW