Cataldo Intrieri, avvocato nel settore penalistico e docente di procedura penale, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport, parlando dell’inchiesta sulle plusvalenze fittizie della Juventus: “Il sospetto diventa una prova, questa storia mi ha colpito per la sua stranezza. Le intercettazioni devono essere un mezzo che serve a cercare le prove dirette, non una prova di qualcosa che deve essere accertato. Se il processo è stato riaperto sulla base di brandelli di intercettazioni arrivate dalla Procura di Torino, beh… Scandalizzerò qualcuno, ma non ritengo che abbiano le intercettazioni in questione questo grande valore di autoconfessione. L’uso amplificato e ampliato delle intercettazioni è un primo punto poco convincente. Non sappiamo se il giudice penale le userà. Poi il cittadino ha diritto a sapere prima quali possano essere le conseguenze penali della sua condotta, non è che se le deve intuire, immaginare o le deve presumere. Ci deve essere una norma che dice: se ti comporti così, commetti un reato. Se non c’è la norma, il problema non è risolto. Non c’è nulla che dica che questa prassi è illecita”.
Fonte: TMW
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