Questa sera allo stadio Arechi andrà in scena Salernitana-Juventus, partita che chiuderà la 21° giornata di Serie A. Il match non sarà solo un inedito scontro salvezza, ma anche l’occasione per ricordare Andrea Fortunato, calciatore della Juventus nativo di Salerno e scomparso nel 1995 per una leucemia. Prima del fischio d’inizio del match, i dirigenti di Salernitana e Juventus scambieranno una maglia numero 3 dedicata proprio ad Andrea Fortunato.
Fortunato nacque a Salerno nel 1971 e all’età di quattordici anni fu scoperto dal Como che lo inserì nel proprio settore giovanile. Con i lariani debuttò tra i professionisti nel 1989 in Serie B. In quella stagione 1989-90, Fortunato giocò 15 partite non riuscendo ad evitare la retrocessione del Como in C1. Proprio nella successiva stagione in terza serie, il terzino salernitano esplose venendo notato e acquistato dal Genoa. I liguri, dopo averlo testato nelle coppe, lo mandano in prestito al Pisa in Serie B, dove Fortunato conferma le proprie qualità. Il Genoa decide di affidargli una maglia da titolare per la stagione 1992-93 e Fortunato non delude. Infatti, disputa un’eccellente campionato formando con Christian Panucci una delle migliori e promettenti coppie di terzini della Serie A. In quella stagione, Fortunato è stato compagno di squadra con Davide Nicola, oggi allenatore della Salernitana che ieri lo ha ricordato in conferenza stampa: “Sono stato con Andrea Fortunato al Genoa, ricordo con grande affetto la sua persona e sono contento che verrà ricordato nella sua Salerno”.
Nell’estate 1993 la Juventus lo acquista per 10 miliardi di lire e in molti lo definiscono come l’erede di Antonio Cabrini. Dopo un breve periodo di ambientamento, Fortunato guadagna una maglia da titolare agli ordini di Trapattoni. Nell’ultima parte di stagione, Fortunato fa sempre più fatica al livello fisico, tanto che durante un’amichevole è costretto ad abbandonare il campo all’intervallo. Questo preoccupò il medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola, che sottopose il calciatore ad esami di controllo. L’esito fu terribile: una leucemia linfoide acuta. Tutta la società e la squadra si strinsero intorno a lui e gli ultras gli chiesero scusa per le accuse di vita sregolata che gli avevano rivolto.
Non potendo ricevere un trapianto di midollo osseo per mancanza di donatori, Fortunato fu trasferito a Perugia per seguire una cura di chemioterapia e parziale trapianto di cellule sane dalla sorella e dal padre. In questo periodo, Fortunato stringe un forte legame con i compagni Fabrizio Ravanelli e Gianluca Vialli. La terapia sembrava funzionare, tanto che iniziò pian piano la riabilitazione e gli allenamenti, grazie anche all’ospitalità del Perugia. Invece, il 25 aprile 1995 la malattia lo portò via, complice un abbassamento delle difese immunitarie dovute ad una polmonite. Il giorno dopo, il Duomo di Salerno fu stracolmo di persone per il suo funerale, a cui presenziarono sia la Juventus che la Salernitana. Durante la funzione, Porrini e Vialli tennero un commovente discorso di addio al compagno, interrotto più volte dalle lacrime. Toccante la frase con cui Vialli, scomparso lo scorso 6 gennaio per un tumore, ha concluso il proprio discorso: “Speriamo che in paradiso ci sia una squadra di calcio, così che tu possa continuare a essere felice correndo dietro a un pallone. Onore a te, fratello Andrea Fortunato”. La bara fu portata dai calciatori della Salernitana, tra gli applausi di cordoglio dei presenti. Quel giorno, l’Italia era di scena in Lituania per la partita di qualificazione agli Europei, vinta grazie ad un gol di Gianfranco Zola e dedicata proprio ad Andrea Fortunato. A lui, i compagni della Juventus dedicarono lo scudetto vinto un mese più tardi battendo 4-0 il Parma al Delle Alpi.
Dal 2006 la Fondazione Fioravante Polito conferisce il Premio Andrea Fortunato a personaggi dello sport, della medicina e del giornalismo che si sono distinti nel sociale e nella solidarietà. Lo scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo l’importanza dei controlli medici ed ematologici continuati per gli atleti che praticano sport a livello agonistico e amatoriale.
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