Thiago Motta, Palladino e Milito. Tre reti in meno di un’ora che illusero il Grifone di aver le mani sul quarto posto e sulla qualificazione alla Champions League. Fino alla riscossa viola con un super Adrien Mutu, che nella ripresa segnò una storica tripletta per il 3-3 finale. Era il 15 febbraio di 14 anni fa quando la Fiorentina di Prandelli riacciuffava in extremis il Genoa di Gasperini, rimontato da 3-0 a 3-3 in una delle partite più memorabili dell’era Della Valle. Quattordici anni dopo quasi tutto è cambiato, giocatori, presidenti, addirittura lo stemma del club. Allo “zitti e buoni” dei Maneskin, i tifosi viola preferivano di gran lunga lo “zitti e Mutu”, la frase che spesso compariva sugli striscioni della curva Fiesole e caricava la punta di diamante della squadra di mister Prandelli. E pensare che quel pomeriggio a Marassi era iniziato davvero male.
La Fiorentina veniva dalla vittoria contro la Lazio, il Genoa aveva appena perso lo scontro diretto contro la Roma. E il primo tempo di Marassi fu un assolo rossoblù: Thiago Motta sbloccò la gara al 12’ dopo una stupenda triangolazione con Milito, l’espulsione per doppia ammonizione di Biava al 30’ sembrava tendere la mano alla Fiorentina, ma il raddoppio di Palladino al 37’ gelò il settore ospiti popolato dai tifosi viola. E quando al 55’ Gamberini atterrò in area Criscito e Milito segnava il rigore concesso da Rizzoli il successo genoano sembrava in cassaforte. È allora che salì in cattedra il talento di Adrien Mutu. Il 10 rumeno trasformò il rigore del 3-1 al 15’ della ripresa, trovò il bis su punizione al 35’ e addirittura il gol del pari – un capolavoro con un destro dal limite dell’area – che suonò come una sentenza per Gasperini. Finì 3-3 e fu un pareggio che alla fine del torneo risultò decisivo per la qualificazione dei viola in Champions League, proprio ai danni del Genoa, in virtù dei risultati ottenuti negli scontri diretti. E ricordare oggi le parole di Mutu, durante un recente incontro con Viola Week, su quel pomeriggio a Genova non può che far sorridere: “Pensate che Prandelli alla fine della gara mi disse che era stata una delle partite più brutte che avevo giocato. Lui era così, mi stimolava sempre, anche quando giocavo bene. Ma con quel punto andammo in Champions e coronammo una rincorsa straordinaria”. Chissà che questa ricorrenza non sia di buon auspicio per il prossimo impegno europeo della Fiorentina, che fra due giorni a Braga si gioca una buona fetta di stagione, agli ottavi di Conference League.
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