Qualcuno, leggendo il nostro titolo, potrà dire: Fiorentina che non rischia la serie B? Dopo aver fatto due miseri punti nelle ultime sei partite? Proprio ora che siamo attesi dal Verona e dal Milan al Franchi? Lo stesso Verona, quart’ultimo in classifica, a “soli” 8 punti di distanza? Ebbene si, noi lo ripetiamo: la Fiorentina 2022-2023 non rischia la retrocessione, né ora né mai. Il perché è presto detto: intanto 8 punti, a 15 gare dalla fine, non sono pochi. Che potrebbero essere 9 vista la vittoria sugli scaligeri nella partita d’andata. Poi… dietro alla Fiorentina non c’è solo il Verona, ma anche Sassuolo, Spezia e Salernitana, con Cremonese e Sampdoria ormai retrocesse. Terzo: il divario tecnico tra la Fiorentina e le avversarie è enorme, in attesa (tra l’altro) dei recuperi di Brekalo, Sottil e Castrovilli. Non tre a caso. Insomma, dalle parti del Campo di Marte dovrebbe succedere una catastrofe, tecnica, fisica e mentale, e la pochezza del campionato italiano ci lascia sufficientemente tranquilli.
Però, aggiungerà qualcun altro, tutto può succedere. Il pallone è rotondo, nel calcio non si può mai dire, le partite iniziano da 0-0… e via di frasi fatte. Per questo, simulando una partita a scacchi virtuale, abbiamo studiato sei mosse per dare scacco matto al campionato. E, se possibile, anche alle coppe. 1) Dodo’ deve giocare, sempre. Sia perché Venuti non è più proponibile, sia perché il brasiliano è il solo che crea superiorità numerica ed arriva a crossare dal fondo. 2) la stagione di Igor è irrimediabilmente andata, apettiamolo semmai l’anno prossimo. Quindi avanti con Martinez Quarta titolare, oggi contro l’Empoli uno dei migliori in campo. 3) Amrabat deve essere IMMEDIATAMENTE tolto dalla zona centrale del campo. E notate il maiuscolo sull’avverbio. La Fiorentina non è il Marocco, la serie A non è il mondiale, ed una volta di più lo svarione che ha propiziatorio il vantaggio empolese ci dice che Amrabat tocca troppi palloni, senza giocarne alcuno. Anzi, spesso li perde con le conseguenze nefaste che conosciamo. Chi al suo posto? Chiunque. Mandragora, Duncan, Bianco, persino Amatucci, e se il marocchino deve giocare per forza (pupillo di Commisso, calciatore strapagato, etc, etc) facciamogli fare la mezzala. Almeno lì farà meno danni. 4) Ikonè non può più giocare. Sono troppe le chance concesse al francese, troppe quelle sprecate. Quasi tutte. Ed ora, con Gonzalez guarito, Brekalo e Sottil al rientro, non ci sono più scuse. 5) a proposito di Mandragora, io lo sto rivalutando. Ok non è un fenomeno, anzi… è lento, a volte macchinoso. Però ha un piede educato, ha senso geometrico, and “last but not least…” sa tirare da fuori area. Centrale o mezzala l’ex-granata deve essere titolare. 6) capitolo centravanti. Mi sembra evidente che la serie A non stimoli Jovic ed i suoi 60 milioni spesi dal Real Madrid. Problemi suoi. Quindi, almeno in campionato, deve giocare Cabral. Più scarso tecnicamente, migliore (e non di poco) del serbo in quanto a volontà, cattiveria, senso del gol. In conclusione, non sappiamo se queste sei mosse daranno scacco matto al campionato, se saranno sufficienti a risolvere i problemi di Italiano. Di certo allungano le partite, e si sa… finché c’è partita, c’è speranza.
Editoriale a cura di Stefano Borgi
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