Eintracht Francoforte-Napoli. Minuto 35. Calcio di rigore per i partenopei. Il solito Osimhen ha bruciato il suo diretto avversario e ha portato a casa l’ennesima occasione da gol della stagione. Sul dischetto l’altro diamante: Khvicha Kvaratskhelia. Rincorsa. Il georgiano si fa ipnotizzare dall’espertissimo Trapp, che devia in calcio d’angolo.
La delusione è palpabile, Khvicha abbassa subito la testa a dimostrazione di quanto tiene alla maglia e alla qualificazione. Nessuno può capire quello che un ragazzo classe 2001 può provare in queste situazioni, nonostante lo stato di grazia, nonostante l’interesse per lui della squadra più forte al mondo. Nessuno tranne Victor. Gli si avvicina e con la mano alza prontamente il mento del suo amico, che è sempre più vicino a terra, con un gesto che sa tanto di fratellanza.
Forse è proprio questo che differenzia il Napoli dagli altri, forse è proprio per questo che il Napoli domina tutte le partite che gioca. Quello che può sembrare scontato non lo è. Non tutti sono capaci di dividere il successo e lo spazio sotto i riflettori. Molti li chiamano “Gemelli del gol”, ma basterebbe limitarsi utilizzando semplicemente la prima parola.
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