Cabral, e l’errore da non ripetere. Col Braga tre risposte e tre dubbi per Italiano

Ricordate la doppia sfida col Twente? 2-1 per la Fiorentina all’andata, gol di Nico Gonzalez ed Arthur Cabral. Grande primo tempo dei viola, grande partita del brasiliano, contro un ottimo avversario, la speranza che (almeno per il centravanti) la scelta fosse definitiva. Niente, 4 giorni dopo ad Empoli gioca Jovic. Maluccio, tra l’altro. È presto, si disse, siamo solamente alla seconda giornata, Italiano deve capire. Ancora 4 giorni, nel ritorno di Enschede finisce 0-0, con la Fiorentina in 10. Sofferenza, un pò di fortuna e passaggio del turno. Ancora una volta Cabral migliore in campo: per dedizione, sacrificio e copertura difensiva (nel primo tempo salvò un gol già fatto sulla linea). Ergo, vox populi, da qui in avanti Cabral sarà un titolare di questa Fiorentina. Se lo merita. E invece in casa col Napoli rigioca Jovic, ma non solo… Ad Udine gioca Cabral, con la Juve gioca Jovic (che sbaglia un rigore), a Bologna Cabral, col Verona al Franchi e a Bergamo con l’Atalanta… nessuno dei due. Gioca Kouame’ prima punta. Capirete che, almeno nella testa dei due attaccanti (ma anche nel resto della squadra) il caos regna sovrano. Soprattutto in quella di Cabral. Ma come, pensa il brasiliano, sono il migliore nella due sfide col Twente, e a quella dopo non mi riconfermi? Solo perché quello (Jovic) viene dal Real Madrid, ed io da un normalissimo Basilea? Fuori di battuta, l’esclusione dopo il Twente è stata per Cabral una bastonata tremenda, ed è per questo che non bisogna ripetere l’errore, per questo auspichiamo un cambio di rotta, ora, subito, da lunedì contro il Verona. Due gol in Portogallo da subentrante (in verità due anche di Jovic), uno con l’Empoli (ancora da subentrante), uno (anzi due) stasera col Braga… da titolare. Quello che deve finalmente diventare Arthur Cabral. Con buona pace di Jovic al quale,  evidentemente, non basta una tecnica sopraffina e la nobile provenienza madridista. 

Non solo Cabral col Braga. Partiamo dalla difesa: bisogna trovare un posto a Terzic, anche sulla destra. Dodo’ sta deludendo, Venuti non è all’altezza, e allora se proprio non possiamo fare a meno di Biraghi, capitano e nume tutelare della squadra, mettiamo Terzic terzino a piede invertito. Seconda conferma: Mandragora cresce di partita in partita, può giocare sia regista che mezzala, ma col rientro di Castrovilli consigliamo Italiano di accantonare il muscolare Amrabat e promuovere al suo posto l’ex-granata. Anche perché Bianco, più mezzala che regista, mostra ancora una timidezza inadatta a questo finale di stagione. Terza conferma, semmai ce ne fosse bisogno… Jack Bonaventura, vero e proprio uomo squadra, al quale fa difetto solo la carta d’identità. 
Non solo note positive col Braga. Detto di Bianco, siamo preoccupati per Dodo’ (nervoso, impreciso, poco attento in marcatura), ma soprattutto per Nico Gonzalez. Che succede al quasi campione del mondo? Non punge, non incide, non fa più nemmeno ammonire gli avversari. Si dà da fare, certo, ma non basta, un Gonzalez in forma è un valore aggiunto per questa Fiorentina: in vista di Verona, in vista degli ottavi di Conference, in vista della semifinale di Coppa Italia. E se il Paradiso può attendere, la Fiorentina (ed Italiano) proprio no.

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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