Agresti duro su Mourinho: “Maestro di depistaggi alla Roma. Ne esce sempre come vittima”
Oggi nelle pagine di La Gazzetta dello Sport troviamo un commento di Stefano Agresti su Mourinho: “In questa stagione la Cremonese ha vinto, nei novanta minuti, tre partite su ventotto: l’8 agosto ha battuto la Ternana nei trentaduesimi di finale della Coppa Italia, e poi ha sconfitto due volte la Roma (gli altri due turni di Coppa li ha superati uno ai supplementari, con il Modena, e uno ai rigori, con il Napoli). Proprio contro i giallorossi, la squadra di Ballardini martedì ha conquistato il primo successo in campionato: era la giornata numero 24, in precedenza non aveva mai centrato l’obiettivo. Per Mourinho, insomma, la batosta è pesante. Pesantissima. Eppure – avete notato? – anche stavolta si parla quasi esclusivamente di altro e poco, molto poco della partita. Cosa c’è di più interessante rispetto a una bella lite tra lo Special One e il quarto uomo?
Mourinho è un grande allenatore, lo racconta il suo palmares. Nella Roma è diventato anche un maestro di – diciamo così – depistaggi (ma forse lo è sempre stato). Crolla 6-1 contro il Bodo Glimt, una delle sconfitte più clamorose nella storia del club? I responsabili sono quattro o cinque ragazzi che lui stesso ha messo in campo: tutti a casa, non li vuole più vedere. Fatica a andare in Champions? Colpa della scarsa consistenza dell’organico, in fondo dove vuoi andare se hai solo Dybala e Matic, Pellegrini e Abraham, Cristante e Smalling, ora anche Spinazzola e Wijnaldum? E se perde partite importanti, spesso è a causa dell’arbitro. C’è sempre un artefice del misfatto, e sempre diverso da lui. Anche questa è un’arte, del resto: confondere le idee, mischiare le carte, uscire da ogni situazione come vittima (dei giocatori, della società, degli arbitri) e mai come colpevole.