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Inchiesta Juve, l’ex Lombardo: “Documenti in una valigetta. Paratici mi chiamava anche di notte”

Emergono nuovi particolari nell’ambito dell’inchiesta Prisma che indaga sui bilanci della Juventus

Foto LiveMedia/Alessio Tarpini , Italia, 21 gennaio 2019, SERIE A JUVENTUS VS CHIEVOVERONA Nella foto: Paratici Juventus LiveMedia – World Copyright

Scrive Sportmediaset, emergono nuovi particolari nell’ambito dell’inchiesta Prisma che indaga sui bilanci della Juventus, questa volta nelle parole di Maurizio Lombardo, ex segretario generale del club bianconero, rilasciate ai pm e ai militari della guardia di finanza. Le attenzioni si rivolgono a una valigetta contenente side letter e pattuizioni che secondo gli investigatori non sono mai stati depositati ufficialmente: “Erano tenuti in una cartellina marchiata Juventus – si legge sul Corriere di Torino – e ce l’avevo sempre con me, in una valigetta“. Valigetta che Lombardo, oggi alla Roma, si portava sempre dietro, a casa o anche in vacanza: “Poteva capitare che mi chiamassero a ogni ora e volessero sapere cosa ci fosse scritto (Paratici chiamava anche di notte)”.

INDAGINI DELL’INCHIESTA JUVE: LE PAROLE DI LOMBARDO – Sulla delicatezza di quegli accordi, Lombardo precisa: “Io sapevo che erano documenti che era meglio non uscissero“. Gli investigatori gli chiedono: qualcuno le disse di non tenere queste scritture in ufficio? “Sicuramente Marco Re (ex direttore finanziario, ndr) e Cesare Gabasio (avvocato e attuale capo ufficio legale del club, ndr)”. Erano scritture non depositate perché “potevano generare un impegno a livello di bilancio” parlando di alcuni accordi col Sassuolo. Tornando a livello generale precisa “Presumo perché impegavano la Juventus o la controparte”.

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