Fiorentina, “settima” non fermarsi. La condizione di Dodò il termometro della squadra. Attenzione, stanno rialzando la Juve

Repetita iuvant, dicevano i latini. E la Fiorentina si è ripetuta: settima vittoria consecutiva, quarta in campionato. Ma anche gli aggiornamenti (in latino renovationes) aiutano, e confortano. Allora vi diciamo che, dopo la vittoria sul Lecce, oltre alle vittorie consecutive crescono anche le reti all’attivo (16) contro le sole 4 al passivo. Sempre nelle sette partite in oggetto. Andiamo avanti: dopo mesi e mesi la differenza reti mostra un segno più, 32 fatte, 31 subite, quinta difesa del campionato. Migliora anche la classifica (finalmente a sx), 9° posto dopo aver staccato il Monza, superato il Sassuolo, recuperato Bologna e Torino. Ancora in queste sette partite è la quarta volta che i gigliati mantengono la proprio rete inviolata (in inglese si direbbe clean-sheet, ma a noi gli inglesismi non piacciono), e se allarghiamo lo sguardo la Fiorentina è imbattuta addirittura da 9 partite, aggiungendo la vittoria esterna in Conference col Braga ed il pareggio casalingo con l’Empoli. A quel punto i gol all’attivo salgono a 21 e quelli al passivo a 5. Vogliamo proprio esagerare? Se non fosse stato annullato il gol di Castrovilli contro la Juve avremmo raggiunto la cifra tonda di dieci partite senza sconfitte, col 7° posto (ultimo utile per l’Europa League) ad un tiro di schioppo. Ma noi siamo scienza e non fantascienza, quindi ci limitiamo a festeggiare questa striscia positiva assolutamente impronosticabile se pensiamo alla vigilia del 3-0 di Verona quando (un pò a denti stretti) si parlava addirittura di rischio retrocessione.

Si chiama Domilson Cordeiro dos Santos, in arte Dodo’, ed è lo spot più bello del momento psico-fisico della Fiorentina. Arrivato tra fanfare e squilli di tromba, forte della valutazione di 30 milioni di euro (presuntamente) affibbiatagli dal Bayern Monaco, stupisce tutti con una grande prova alla terza giornata contro il Napoli, segnatamente contro lo spauracchio georgiano Kvaratskelia. Poi l’involuzione, l’alternanza con Venuti (nientemeno), i dubbi che affiorano: ma questo Dodo’, ci si chiede, varrà davvero i 18 milioni investiti da Commisso? Per fortuna da qualche partita il brasiliano è tornato a sorridere, a correre, a festeggiare, si è messo alle spalle il lungo periodo di inattività allo Shakhtar (dovuto un pò alla guerra, un pò ad un infortunio) ed ha ricominciato ad essere il vero Dodo’. Lo avete visto contro i salentini? Sembrava caricato a molla, spingeva e rientrava, attaccava e subito diagonalizzava in difesa, ha guadagnato il fondo con facilità irrisoria. E poi con quello scatto/dribbling iniziale, lascia sul posto il diretto avversario ed è il primo ad impostare l’azione offensiva. Infine le esultanze: un balletto con gli amici brasiliani al Bentegodi (mal interpretato, nessuna offesa per i gemellati veronesi), il grido “forza viola” ripreso dalle telecamere al termine del 4-1 al Sivasspor, l’urlo liberatorio di felicità a corollario di un Fiorentina-Lecce che lo ha incoronato migliore in campo. Se questo è il nuovo Dodo’, ne vedremo delle belle. 

Chiudiamo con una sana dietrologia che, ahimè, si fonda su fatti avvenuti o che potranno avvenire. Da più giorni, da più parti, si sente dire che verranno restituiti i 15 punti di penalizzazione alla Juventus. Ufficialmente perché delle carte rimaste segrete la scagionerebbero, ufficiosamente perché il calcio italiano non può (?) fare a meno dei bianconeri. Questione di soldi, di interessi economici. In più registriamo un fallo di mano di Rabiot che è valso tre punti con la Sampdoria, e due falli di mano (sempre di Rabiot e di Vlahovic) che sono valsi tre punti con l’Inter. Qualcuno dirà, che c’entra con la Fiorentina? Direttamente nulla, indirettamente parecchio, visto che la Juventus potrebbe essere l’avversario dei viola in finale di Coppa Italia (previa vittorie in semifinale contro Cremonese ed Inter). Ed in una stagione fino ad oggi fallimentare, con gli obbiettivi scudetto e Champions League già sfumati, una Coppa Italia di consolazione… non si nega a nessuno. 

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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