Nicolò Zaniolo è tornato a parlare ha rilasciato un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport sulle sue sensazioni, senza dimenticare il passato, affrontando gli argomenti con maturità e calma. Quest’ultima sembra ormai ritrovata dopo il trasferimento.
RITORNO IN ITALIA – “Cominciamo subito col mercato? Guardi, il futuro non lo conosce nessuno. È ovvio che non posso garantire che resterò in Turchia cinque anni, ma finché sarò qui darò sempre il massimo”.
PREFERITO IL GALA AL FENERBAHCE – “Vero, ma il Gala mi aveva contattato prima e io avevo già dato la mia parola”.
LA SCELTA DELLA TURCHIA – “No, avevo bisogno di rimettermi in gioco. Così ho parlato con Sergio Oliveira, che era con me alla Roma, e mi ha detto che l’ambiente è bello e il campionato competitivo. Poi ho chiamato il c.t. Mancini e anche lui mi ha consigliato di andare, dicendo che sarei stato bene. E aveva ragione”.
IL DERBY DI ROMA – “Certo, e mi ha dato una strana sensazione. All’inizio è stato difficile guardarlo dal di fuori, perché so quanto vale in città. Per questo speravo finisse in una maniera diversa”.
GLI ERRORI DI ZANIOLO ALLA ROMA – “La verità verrà fuori. Le dico solo che mi sono sempre allenato, anche se non con gli altri. Io traditore? Mi dispiace tantissimo essere etichettato così. Roma mi ha dato tutto, grazie a Roma ho vinto e ho esordito in Nazionale. La maglia strappata contro il Genoa è stato solo un gesto di stizza, non di disprezzo. Non volevo mancare di rispetto”.
MANCATO RINNOVO – “Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono sempre stato considerato solo una plusvalenza. Per due anni mi è stato detto che il nuovo contratto era pronto. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri. Non c’erano solo Bournemouth e Galatasaray, ma per non aver accettato gli inglesi sono stato messo fuori rosa e i tifosi se la sono presi con me. Alcuni mi hanno inseguito con la macchina, altri sono venuti sotto casa. Erano arrabbiati. In quei giorni ho spento il cellulare perché arrivavano brutti messaggi”.
EX COMPAGNI – “Sono rimasto deluso da quasi tutto. Non faccio nomi. Mi dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno neppure salutato”.
MOURINHO – “È un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse ed io non lo ero. Mi sarebbe piaciuto averlo tra quattro o cinque anni. Mi ha dato tanto”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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