Questa mattina l’allenatore della Salernitana, Paulo Sousa, ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa prepartita. Il tecnico portoghese è stato interpellato subito sul suo futuro a Salerno: “Sono molto contento della città, del direttore e dei suoi collaboratori e di come lavorano, oltre ovviamente anche della società. Per questo oggi il pensiero è esclusivamente al Sassuolo e non al rinnovo. Abbiamo messo in chiaro tra le parti che a fine campionato discuteremo il futuro“.
Sousa ha poi parlato sul momento che sta vivendo la sua Salernitana: “La media punti che stiamo avendo credo sia buona per una squadra che deve salvarsi e, per come l’ho trovata io, in difficoltà emozionale. Vedo la squadra sempre più vicina al modello di gioco che mi sono prefissato e fare punti anche fuori casa è un buon indizio. Abbiamo sempre avuto la sensazione di poter vincere tutte le partite, però per farlo bisogna fare un gol in più dell’avversario. Stiamo lavorando su questo per avere maggior concretezza. Sono molto contento dei risultati globali e di quello che stiamo guadagnando. Non dimentichiamo da dove siamo partiti quando sono arrivato. Questa società è in Serie A da appena un anno e mezzo, può salvarsi e di conseguenza dobbiamo ambire sempre al massimo, ma restando sempre consapevoli delle nostre capacità. La squadra è preparata, sta dimostrando che mancano forse piccoli dettagli che possono portare a due punti in più ad ogni partita e dobbiamo credere nei nostri mezzi ancora di più”.
Focus quindi sul prossimo avversario, il Sassuolo: “Rispettiamo il Sassuolo. Ha una dinamica molto simile al Bologna, forse meno fisico, ma ha molta qualità soprattutto a centrocampo. Ha esterni forti soprattutto nel contropiede e nelle transizioni, oltre che nella capacità di trovare la porta. Riescono a gestire la partita, a dettare i tempi con ampiezza, profondità e ripartenze. Servirà intensità senza palla, più capacità di avere possesso e far male nell’ultimo terzo di campo. Domani speriamo di tornare alla vittoria insieme ai nostri tifosi, i quali ci danno sempre una mano. Seguo Dionisi dai tempi di Empoli, dove giocava con un sistema diverso. Sono contento di vedere in Italia allenatori giovani come lui, Zanetti e Palaldino che portano nuove idee. Vuol dire che il calcio italiano può giovarsene. Sono contento di affrontarli”.
Sousa ha proseguito soffermandosi su alcuni calciatori: “Chi sta trovando poco spazio in attacco è Bonazzoli. Ha importante feeling con il gol, vogliamo coinvolgere tutti perché abbiamo bisogno di tutti. Ognuno deve essere pronto per giocare in ogni posizione. Kastanos è un lavoratore, gli piace il calcio ed è umile in tutto ciò che fa. Fatte le debite proporzioni, è il nostro Bernardo Silva. Ha voglia di partecipare e si mette a disposizione in ogni ruolo pur di stare in campo. Mazzocchi viene da una lesione e quindi è difficile trovare continuità. Ci è mancato nei momenti più importanti per fare un salto di qualità, ma oggi ha bisogno di lottare, come tutti, per il suo spazio. Sambia ha colpi pazzeschi nei cambi di velocità e nei tiri, può fare benissimo in Serie A. Secondo me, gli manca la proattività. Deve migliorare i rapporti con lo spazio, con i tempi, con i compagni rispetto al pallone e all’avversario. Rispetto a lui, Mazzocchi è più verticale, è un decisionista nella prima fase di costruzione, sa uscire dalla prima fase di pressione avversaria”.
Domani non ci sarà Maggiore: “Giulio si è allenato in gruppo solo oggi per la prima volta. Deve lavorare e vale lo stesso discorso fatto per Mazzocchi. Ha avuto un infortunio serio e dobbiamo essere bravi a ricevere feedback per evitare ricadute. L’ultima fase del recupero è la continuità nel gioco, ma ci si arriva solo aumentando l’intensità degli allenamenti. Ci sarà invece Fiorillo che ha smaltito l’influenza”.
Infine, Sousa ha parlato del presidente Iervolino e del progetto Salernitana: “Abbiamo un presidente e una società che hanno un progetto vincente nella testa, a cominciare dalle infrastrutture di proprietà. Poi c’è il modello sportivo con un sistema di gioco preferenziale, si acquista un giocatore con criterio, si dà stabilità all’allenatore e ai calciatori per dare valore individualmente e si guadagna. Complimenti a chi sviluppa questo progetto e a chi dà continuità. Serve un processo che ha sempre un inizio e mai una fine. Ogni fattore esterno non disturba questa proprietà. Nei momenti di difficoltà si va avanti e si penserà anche all’Europa. Bisogna avere un’ossatura: si può cambiare modulo, ma l’ossatura deve rimanere. Le mie squadre sono sempre molto dinamiche e camaleontiche. Il presidente viene da un mondo completamente diverso e vuole portare qualcosa di suo e ne ha tutto il diritto. Ha bisogno di adattarsi al calcio di oggi e lavorare per i cambiamenti. Lo sta facendo e si sta esponendo, non è facile. Ha un’idea e spera di realizzarla. Gli ho detto che quando si arriva nel calcio e si mettono soldi, questi vanno rispettati. Questo dà loro il diritto di dare un’impronta soprattutto al proprio club”.
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