Lo avevamo previsto: al “Maradona” di Napoli (anche se noi siamo affezionati alla vecchia nomenclatura di “Stadio San Paolo”) è andata in scena una non-partita. Ovvero una partita virtuale. Da una parte la squadra campione d’Italia 2022-2023 (complimenti, con ben 5 giornate d’anticipo), dall’altra una formazione che, tra soli quattro giorni, disputerà una semifinale europea. Senza contare che, sempre quella formazione con la maglia viola, tra soli 17 giorni giocherà anche la finale di coppa Italia. Cosa poteva scaturirne? Un allenamento, niente di più. Magari un’allenamento più probante, più performante, ma sempre di allenamento si tratta. Poi lascia stare che Nico Gonzalez abbia deciso di fare il difensore (che non sa fare, e si è visto) causando ingenuamente il rigore della vittoria. Lascia stare, ancora, che lo stesso Nico abbia calciato fuori il pallone del pareggio a tre minuti dalla fine (nell’occasione più facile sbagliare che segnare). Lascia stare, infine, che Kouame’ (su splendido assist di Jovic) abbia sparato alto l’ennesima occasione dell’1-1… quantomai meritato. Non partita doveva essere e non partita è stata, ed indicazioni utili (come previsto) non ci sono state.
A dire il vero, un paio di annotazioni ci sentiamo di farle. La difesa (attenzione, non la fase difensiva, che comprende anche il centrocampo), nelle persone di Mikenkovic e Igor, ha retto bene. Oshimen, salvo che per i due rigori, non si è praticamente visto. Idem dicasi per Simeone e Raspadori. Kvaratskelia ha fatto di più, ok, ma il danno lo ha fatto Nico Gonzalez. Quindi, considerando le recenti sei reti subite nelle trasferte di Monza e Salerno, possiamo definirlo un significativo passo avanti. Non altrettanto possiamo dire di Nico Gonzalez che, a Napoli, ha probabilmente disputato la peggior partita da quando è alla Fiorentina. Nell’ordine: totale inconsistenza in fase offensiva, il fallo da rigore commesso su Kvaratskelia (decisivo), l’occasione di cui sopra nella quale manco ha preso la porta. Inconcepibile per uno del suo valore tecnico. E allora ci (e vi) chiediamo: cosa sta succedendo a Nico Gonzalez? Cosa sta succedendo al calciatore più pagato della storia viola (27 milioni più bonus)? Cosa sta succedendo all’erede di Di Maria nella nazionale albiceleste campione del mondo? Non stiamo parlando di un ragazzino, di una promessa, di un calciatore a fine carriera… stiamo parlando di uno nel pieno della maturità che, ahimè, non ne sta azzeccando una dall’inizio della stagione. Ok l’infortunio pre-mondiale, ok la delusione mondiale (rimandato a casa prima dell’inizio), ok la difficoltà a rientrare e riacquistare la forma migliore, ma qui siamo di fronte ad un elemento trasparente. Che, al contrario, sarebbe in grado (e lo ha dimostrato più volte in passato), di decidere le partite, di indirizzarle, di vincerle. Se non da solo… quasi. Ed invece, oggi, ci troviamo di fronte ad un ragazzo certamente volenteroso, voglioso, dedito al sacrificio, ma che non incide, non decide. Anzi… sbaglia occasioni degne del gregario più infimo. La Fiorentina, se vuole fare la doppietta coppa Italia-Conference League (o anche solo una delle due) ha assolutamente bisogno del miglior Nico Gonzalez, l’unico calciatore in rosa capace di spostare gli equilibri. Lo aspettiamo ma, parafrasando il famoso film, il Paradiso (delle coppe europee) non può attendere. A buon intenditor…
Editoriale a cura di Stefano Borgi
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