Dopo mesi di silenzio, Massimo Ferrero, proprietario della Sampdoria, torna a parlare. Lo fa in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale parte dalla retrocessione, dicendo che «con me al timone l’incubo non ci sarebbe stato, ma da 18 mesi io nella Samp non decido nulla. Non mi danno neanche un biglietto per entrare allo stadio».
Ferrero parte dal passato e da quando Garrone gli vendette il club alla cifra simbolica di un euro: «Una verità parziale. Perché io ho pure ricomprato il marchio che era stato venduto a Banca Intesa per circa 30 milioni: ho quasi finito le rate da pagare. Garrone mi ha venduto il club a un euro, lasciato un contributo di 15 milioni e delle garanzie bancarie».
«D’altra parte, se non avessi avuto dietro un imprenditore di spessore come lui, pronto a intervenire in ogni caso di bisogno, non avrei mai preso la Sampdoria. Ma attenzione: con me Garrone ha risparmiato 30 milioni di perdite all’anno per 9 anni. Si faccia il conto: sono circa 270 milioni. E durante la mia gestione io non gli ho chiesto nulla… Ora lui mi rinnega e non è carino», ha sottolineato Ferrero.
«Garrone mi ha affidato la Samp e ha sempre detto che se fosse accaduto qualcosa sarebbe intervenuto lui. Perfetto, lo dimostri: si riprenda la Samp, gliela ridò a un euro, non voglio nulla per me. Basta fare un aumento di capitale e poi può darla al suo amico Barnaba o a chi vuole lui. Parli con il trustee Gianluca Vidal e con il mio avvocato Pieremilio Sammarco, che ha provato invano a contattarlo», la provocazione dell’imprenditore.
Ferrero dice la sua anche sulle trattative del passato: «Avevo chiuso la trattativa con Vialli con tanto di mia firma per 88 milioni, 60 dei quali servivano per pagare i concordati. Era necessaria una garanzia di Garrone di 25 milioni al nuovo gruppo qualora la squadra fosse finita in B e si fosse deprezzata la rosa. Bastava un minuto per darla, l’affare era chiuso, ma Garrone ha risposto sì dopo 45 giorni. Nel frattempo, abbiamo perso 6-7 partite, Di Francesco è stato esonerato, la squadra era in crisi: a quel punto l’offerta è scesa a 40-45 milioni e non era più congrua. Con Vialli però sono rimasto in ottimi rapporti tanto da avergli offerto la presidenza della Samp: mi ha ringraziato, ma si era già impegnato con la Nazionale. La trattativa non l’ho fatta saltare io, ma Garrone con il suo ritardo».
Sul fatto di aver percepito in questi anni 9 milioni tra dividendi e stipendi dalla Sampdoria, Ferrero spiega: «No, dividendi mai. Ho percepito uno stipendio in passato, come chiunque lavori nel club. Ma non negli ultimi anni». Infine, una battuta sul rischio fallimento della Samp: «Io farò di tutto affinché questo non avvenga. Non è una sfida tra me e Garrone, tra me e il cda. Mi sto muovendo in più direzioni per provare a salvare il club».
Fonte: Calcio e Finanza
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