Onana 6,5 – Incolpevole sul gol di Rodri, salva l’Inter una volta per tempo. Nel finale i nervi saltano anche a lui, la scoperta più bella della stagione nerazzurra.
Darmian 6,5 – Matteo titolare, Skriniar in panchina. Se ci sembra normale, è solo merito suo. Tanta applicazione, la fatica che ti aspetti, il City che comunque deve cercare altri lidi per rendersi pericoloso. (Dal’84’ D’Ambrosio s.v.).
Acerbi 6,5 – Come si ferma Haaland? Si ferma col leone di Inzaghi. Tra semifinali e finale, zero gol per il norvegese bionico. Ma il City non era solo Haaland.
Bastoni 5,5 – Tanta applicazione, anche per dare una mano su Haaland. Protagonista in negativo nell’occasione che decide la serata. (Dal 76′ Gosens 6,5 – Si poteva mettere prima? Pressa e spinge, offre a Lukaku la palla del pareggio; poi ci prova in proprio ed Ederson dice che proprio no, non deve entrare. Difficile chiedere di più).
Dumfries 6 – Come spesso gli capita, tanto alto da disattivare la verve offensiva dell’avversario. Non sfonda, ma non demerita e di testa domina. (Dal 76′ Bellanova 6 – Le gambe non gli tremano, spinge e ci prova. In City sarebbe in panchina? La risposta vale una Champions).
Barella 5,5 – Quei mostri lì rendono dura la vita: non sempre riesce a trovare i corridoi che trova in tante altre circostanze. Cerca il coniglio dal cilindro quando potrebbe vedere il corridoio per i compagni, si riscalda al solito. Si è visto di peggio, per carità. Ma anche di meglio.
Brozovic 6 – In generale, è il migliore dei tre centrocampisti nerazzurri. Nel particolare, sbaglia un paio di palloni potenzialmente velenosi. Ma è l’unico che riesce a tenere il ritmo degli avversari.
Calhanoglu 5 – Tutta Istanbul tifa per lui ed è una pressione che fatica a gestire. Lontanissimo dall’elegante cervello nerazzurro che i tifosi sono abituati a vedere. (Dal’84’ Mkhitaryan s.v Evidentemente, non aveva più di 5 minuti).
Dimarco 6 – Quando Bernardo parte, l’unica cosa da fare è inseguirlo. Lo perde due volte: la più grande occasione del primo tempo e il gol che indirizza il secondo. Si fa apprezzare per altro, per gli appoggi e pure gli intercetti.
Dzeko 6 – Sempre lui: del resto, Inzaghi ci ha ha puntato anche quando tutti gli dicevano di fare altro. Gira al largo, tocca poco palla (appena 13 volte), si rende anche generoso per i compagni. Sacrificio, tanto; rifornimenti, pochi. (Dal 57′ Lukaku 4,5 – Il cambio più atteso, fischiatissimo dai tifosi avversari, si divora il gol che avrebbe mandato la partita ai supplementari. E, onestamente, tanto basta).
Lautaro 5 – 57 su 57 in stagione. Del resto, alzi la mano chi oserebbe toglierlo. Sfiora il sogno di Mondiale e Champions nella stessa stagione, gli frana sotto i piedi anche, delle 57 partite già giocate, è forse una delle meno convincenti. Tanto lavoro sporco, ma anche troppo egoismo, specie quando potrebbe darla a Lukaku o Brozovic e invece fa infuriare Barella.
Simone Inzaghi 6,5 – Squadra che vince si cambia solo perché Miki non dà garanzie sul lungo, ma opta per la linea della coerenza. Gioca con le armi che ha una partita che è stato lui a conquistare. I cambi lasciano qualche dubbio: D’Ambrosio è difficile da spiegare, Gosens entra tardi, Mkhitaryan anche. Ma si può dare meno di una sufficienza molto abbondante a chi ha giocato quasi alla pari contro il City, in finale di Champions?
Fonte: Tuttomercatoweb.
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