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La UEFA potrà decidere il valore delle plusvalenze per i calciatori. Il freno che potrebbe presto arrivare

Scrive Calcio e Finanza, introdotto nel 2011, il Fair Play Finanziario ha permesso di risanare in parte le finanze del calcio europeo, ma tanti sono stati i tentativi – più o meno riusciti – di aggirarne le norme. Nelle ultime stagioni, uno dei mezzi impiegati dai club meno scrupolosi consiste nello scambio di calciatori per cifre ampiamente sopravvalutate.

Lo scrive L’Equipe, ricordando tra le operazioni più recenti quella tra Juventus e Barcellona, che hanno scambiato i centrocampisti Pjanic e Arthur con rispettive valutazioni pari a 60 e 72 milioni di euro. Importi lontani, nell’opinione generale, al reale valore dei calciatori in quel momento della loro carriera. In queste operazioni l’interesse per le società è quello di “aggiustare” i bilanci contabilizzando immediatamente la plusvalenza per la cessione e, allo stesso tempo, spalmando il costo del nuovo acquisto su più stagioni (pari al numero di anni di contratto).

La UEFA è stata lenta finora a reagire a questi eccessi, ma il prossimo 28 giugno il comitato esecutivo dell’organismo europeo potrebbe mettere un freno a queste pratiche. La Federcalcio europea voterà infatti gli emendamenti alla disciplina del Fair Play Finanziario. In particolare, il comitato per le licenze dei club, presieduto dal vicepresidente UEFA Gabriele Gravina, ha proposto modifiche al regolamento contabile dei trasferimenti per prevenire abusi e garantire parità di trattamento.

Dunque, se i prezzi dei calciatori scambiati non dovessero corrispondere al loro reale valore di mercato, l’organo di controllo UEFA per club – spiega L’Equipe – non consentirà più la loro iscrizione a bilancio agli importi comunicati. Una misura che entrerà in vigore per questa finestra di mercato, in attesa di altre decisioni che dovrebbero inasprire ancora di più il Fair Play Finanziario. Non è chiaro per il momento in che modo sarà effettuata questa valutazione.

Non solo. In ottica futura è previsto anche che si lavori per tenere conto di alcune specificità che differenziano i vari mercati nazionali a livello europeo. La UEFA ha infatti creato «un gruppo di lavoro specializzato per analizzare in particolare l’impatto delle tasse e degli oneri sociali in varie giurisdizioni al fine di sviluppare meccanismi di controllo dei costi efficaci ed equi».

Lisa Grelloni

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