Scrive Gazzetta, è proprio vero: si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. Non è dato sapere se il 23enne Dusan Vlahovic stia pensando proprio alla celebre poesia di Ungaretti, ma è assai probabile che il suo stato d’animo sia più o meno questo, nei giorni di vacanza che sta trascorrendo con l’amico-collega Federico Gatti. Il suo futuro in bianconero è messo alla prova da esigenze di bilancio che costringono la Juve, privata dalla penalizzazione dei ricchi introiti della Champions, a sacrificare almeno uno dei suoi gioielli puntando a un incasso pesante e al contestuale alleggerimento del monte ingaggi, alla vigilia di una stagione con ogni probabilità senza impegni europei. E in quest’ottica il profilo di DV7 appare perfetto per una cessione. Dall’entourage del serbo nulla filtra riguardo al suo umore: primo, perché vere e proprie trattative che possono portare alla cessione dell’attaccante ancora non sono partite, secondo perché lui stesso starà cercando di capire quale potrebbe essere la sua centralità nel progetto Juve, dopo un’annata in perenne salita ma che non lo ha certo visto al centro del gioco voluto da Allegri.
Tradotto in termini economici, questo valore corrisponde a non meno di 80 milioni, ossia la cifra d’acquisto di 17 mesi fa, che rappresenta la base d’asta a cui la Juve è disposta a mettere Vlahovic sul mercato. Agli iniziali sondaggi di Atletico Madrid e Chelsea, che offrivano però anche contropartite tecniche – rispettivamente Morata e Lukaku – non in linea con i parametri bianconeri, aveva fatto seguito l’interessamento del Bayern Monaco per bocca dell’ex juventino Salihamidzic. Ora però il manager è stato rimosso dall’incarico insieme a Kahn, è rientrato nell’organigramma Rumenigge, ma soprattutto il club campione di Germania ha rivolto le sue attenzioni al centravanti del Tottenham e della nazionale inglese Harry Kane, per il quale sono stati offerti (e respinti) 70 milioni.
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