“Ho sofferto tantissimo per non aver mai vinto uno scudetto in questa città. Continua ad essere un dolore lancinante“. Walter Sabatini condisce con un pizzico di malinconia la presentazione del suo nuovo libro “Il mio calcio furioso e solitario“, andata in scena all’auditorium romano del Maxxi oggi pomeriggio. “Nei miei sei anni di Roma sono stato vittima dell’ossessione per questa squadra e continuo ad esserne vittima seppur se in maniera più diluita” ha detto l’ex ds.
Sabatini ha commentato la faida in corso fra Mourinho e la classe arbitrale, italiana e europea: “Ci sono soggetti destinati ad attirare attenzioni spasmodiche e lui è uno di quelli. Ci ha costruito una carriera, a torto o a ragione. L’ha costruita ovviamente con i trofei ma anche grazie a questa capacità. Devo ammettere che in parte ha ragione a porsi in un certo modo quando si tratta di parlare della classe arbitrale, è stato bersagliato parecchio da quando è tornato in Italia. Anche in Europa League, durante la finale, la Roma è stata defraudata e su questo non ci sono dubbi. Ammetto però che certi atteggiamenti che fa tenere alla sua panchina io li odio. Quando ero alla Salernitana le proteste della Roma hanno condizionato il direttore di gara, facendoci uscire sconfitti dall’Olimpico” ha precisato Sabatini.
“Contro il Siviglia la Roma avrebbe meritato la vittoria“ ha continuato l’ex direttore della Salernitana. “Grazie alla lettura e alle capacità del suo allenatore era riuscita a mettere la partita nel verso giusto, schierando e rischiando Dybala che teoricamente non avrebbe neanche potuto giocare. Una delle migliori capacità di Mourinho è sempre stata quella di capire i giocatori e le situazioni. Questo allenatore è la più grande garanzia che ha la Roma. Gli rinnoverei il contratto, a condizione che abbia realmente voglia di restare e non capirei un’eventuale titubanza: l’amore che ha trovato nella capitale non lo ritroverà mai più, neanche se dovesse scegliere di andare a fare il ct del Portogallo”.
“La maglia numero 10 è di Francesco. In questo momento Paulo è l’unico vero campione che ha la Roma, ma la 10 appartiene a Totti“. E sul futuro di Dybala: “Sono convinto che resterà alla Roma, lui è un ragazzo intelligente ed è il primo ad essere consapevole di aver bisogno di almeno un’altra stagione per superare tutte le sue probabilmente fisiche. Anche lui sa di aver trovato un pubblico che lo ama e lo incita incondizionatamente, sarebbe un folle ad andarsene“. Un’ultima battuta sulle mosse di mercato: “Prenderei un paio di centrocampisti e una prima punta profonda. Scamacca è un giocatore forte, ma deve mettere ancora qualcosa a posto. L’ho conosciuto nel settore giovanile di Trigoria, prima di trasferirsi in Olanda a causa di qualche cattivo consiglio“.
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