Juve, le pagelle: Cambiaso a tutto campo, Chiesa ha ritrovato la gamba dei giorni migliori

Szczesny 6,5 – La prima parata della sua gara arriva appena prima dell’intervallo: brutta, ma almeno efficace. Meglio la seconda, su un tentativo da fuori di Samardzic. Decisamente meglio la terza e la quarta: a dieci minuti dalla fine, blinda la porta con un doppio intervento, pure di faccia. E si porta a casa il clean sheet.

Danilo 6 – Poco dopo la mezz’ora rimedia un giallo evitabile e che ne condiziona la serata. Qualche sbavatura in più rispetto al solito.

Bremer 6 – Come sopra: non grandissimi pericoli, né errori. Ma nemmeno una sensazione di tranquillità assoluta e inossidabile, specie nel secondo tempo.

Alex Sandro 6,5 – Parte aggressivo, conquista il rigore che vale il 2-0. Solido anche in fase difensiva: da braccetto, il tanto discusso rinnovo semi-automatico vale la pena.

Weah 6 – Quarantacinque minuti di grande diligenza tattica: forse persino troppa per Allegri che, in cerca di qualcosa di diverso, lo manda sotto la doccia durante l’intervallo. (Dal 46′ McKennie 6 – Più pericoloso negli sganciamenti, più disattento solo in una copertura. Applicato nelle altre: prestazione molto interessante in chiave futura).

Miretti 6 – Anche la sua gara dura quarantacinque minuti. Di buon livello, non fosse per un’incertezza nel finale che probabilmente gli costa il cambio. (Dal 46′ Fagioli 5,5 – Quel numero lì è un segnale di personalità. Entra che la Juve gigioneggia e si allinea all’andazzo generale).

Locatelli 6,5 – Ordinato, preciso, senza strafare. Spende un giallo quando serve, tiene bene la posizione.

Rabiot 7 – Zitto zitto, parte bene come aveva chiuso. L’inserimento è perfetto, l’incornata preziosa perché manda la Juve negli spogliatoi ancora più euforica e convinta.

Cambiaso 7 – Allegri gli chiede di: attaccare, coprire, aggredire, accentrarsi, allargarsi, forse anche fare il caffè ai compagni all’intervallo. Incredibilmente, riesce a fare tutto e anche piuttosto bene, firmando pure l’assist per il tris di Rabiot. (Dal 70′ Iling Jr 6,5 – Allegri lo preferisce a Kostic: bell’attestato di stima. Qualche buona sgroppata).

Vlahovic 7 – Costruisce il primo gol, freddo dal dischetto sul raddoppio. L’esultanza la dice lunga sui suoi desideri di mercato. Nella ripresa si spegne, pure per mancanza di rifornimenti che restano il principale dubbio sulla sua esistenza nel gioco di Allegri. Messaggi, pure forti, ne ha comunque mandati: difficile chiedergli di più. (Dall’85’ Yildiz s.v.).

Chiesa 7,5 – Apre il primo tempo col tocco di Mida: il primo pallone, dalla lunetta, lo manda in rete. Lo chiude con una sfuriata delle sue, del “vero” Federico che per una stagione è rimasto al palo, tra la lunga ripresa e le tante paure. Se è tornato davvero, Allegri ha in mano un’arma impropria. Esce visibilmente stanco. (Dal 77′ Milik s.v. ).

Massimiliano Allegri 6,5 – Nel primo tempo la Juve sembra un’altra cosa rispetto al recente passato: fresca, compatta, aggressiva, veloce. Nel secondo, torna a rifugiarsi in una passività eccessiva, con trame di gioco lente e prevedibili. Ritrova Chiesa e Vlahovic: mica poco. Per ora, pare avere due squadre diverse in mano: se prevarrà la prima, può credere allo scudetto. Ma dipende – anche – da lui.

Fonte: Tuttomercatoweb.

Niccolò Bigazzi

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