Notte americana 22 anni dopo: Christian Pulisic come strisce rosse in un cielo di stelle

Nel 2001 Lucio Dalla cantava “Notte americana”, lui un bolognese doc. Proprio 22 anni dopo come una profezia, allo Stadio Dall’Ara un americano dalla Pennsylvania ha portato un po’ di stelle e strisce alla prima di Serie A. Christian Pulisic è arrivato nella Milano rossonera con l’etichetta di esubero del Chelsea ed ex talento da ritrovare chissà quando.

COL SOGNO NEL CASSETTO- Christian Pulisic sin da bambino è nato con la passione del pallone e con un’intelligenza fuor d’età. Con papà Mark ogni weekend andava a vedere le partite di Premier League e tutte viste col sogno d’arrivarci. Il suo primo allenatore negli USA Doug Harris, lo definì fearless, “senza paura”, azzeccato per chi a 17 anni con la nazionale U17 va in Turchia. Proprio lì incontra Michael Zorc, DS del Borussia Dortmund che non ci pensa due volte. Qui sanno come sgrezzare certi diamanti: saranno quattro le stagioni in Germania con 127 partite.

“RITORNO” IN PREMIER”- A 21 anni arriva la chiamata del Chelsea. Inevitabile tornare con la mente alle partite viste con papà Mark e pensare alla responsabilità che ha un americano in Inghilterra. Christian però rispetta quell’appellativo datogli dal suo allenatore: è lui il primo americano a vincere una Champions League e una Supercoppa Europea, senza togliere anche il record dell’essere il primo statunitense ad averci segnato. Alla quarta stagione a Londra, con la speranza della bella storia infinita che si infrange, Pulisic è ai margini della sua fiaba preferita e con un infortunio di quelli che chiudono le porte ai calciatori.

DECOLLO A MILANO- Quando meno ce lo si aspetta un’occasione può arrivare: a giugno 2023 un club che per storia e talento puro ha naso come il Milan crede in Christian Pulisic. Arriva sotto la nomea di chi è stato scartato e di chi non è stato in grado di far molto. Ma i rossoneri e tutto San Siro ci credono, vedono in lui il connubio perfetto fra i problemi della martoriata corsia destra e il bisogno di chi vuole ancora crederci al sogno. Siamo all’esordio nella notte del Dall’Ara, in discesa dopo l’1 a 0 dell’amico di sempre Olivier Giroud. Giusto dieci minuti dopo il campo si fa scacchiera di poche, semplici e splendide mosse: una sgambata, la palla che accarezza il tacco di “Oliviero” e Pulisic che riceve il regalo di benvenuto che solo un amico di vecchia data può farti. Lo scarta, se ne prende cura mettendolo lì dove ha imparato, in rete. L’esultanza di rabbia, la mano alla testa a salutare l’America.

IL PRIMO E SOLO– Non si tratta di vanto ma di fatti lampanti: Pulisic è diventato il primo americano ad aver segnato in 3 dei 5 maggiori campionati europei. Dopo i malriusciti tentativi di Onyewu e Dest, risulta essere anche il primo statunitense ad aver segnato all’esordio con la maglia rossonera.

Lo scrittore statunitense William Faulkner diceva che “Se una storia è in noi, merita di essere raccontata“. Quella di Christian Pulisic è una storia appena iniziata che i tifosi rossoneri sperano in futuro di poter raccontare dall’Europa fino Oltreoceano.

Matteo Cheli

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