Serie A, che flop la legge anti-pirateria! Problema burocratico, non si possono oscurare i siti web
Scrive Calciomercato.com, la Serie A è ufficialmente tornata in campo e con essa hanno fatto il loro esordio anche le nuove norme varate dalla legge anti-pirateria che, almeno sulla carta dovevano sancire la “fine di un’era”, quella delle ritrasmissioni illegali dei segnali tv e che consentono di vedere illegamente e in streaming le partite del nostro campionato.
La norma, che è stata ribattezzata “anti Pezzotto” è entrata in vigore l’8 agosto e doveva permettere l’individuazione precisa di tutti i siti che “rubano” il segnale delle gare e lo ritrasmettono, consentendone la chiusura entro 30 minuti. A questi provvedimenti erano state associate anche potenziali multe da 5 mila euro anche ai consumatori mentre l’opzione massima è il carcere per chi invece trasmette in modo illegale.
Tutto chiaro, ma all’atto pratico, cosa è stato fatto? Secondo Repubblica la buona notizia è che la struttura creata dalla Lega Serie A e concessa al Garante è riuscita ad individuate oltre 100 siti che ritrasmettevano illegalmente la gara. Tuttavia nessuno di questi è stato chiuso non solo entro 30 minuti, ma durante l’intera gara. Sostanzialmente chi ha iniziato a vedere la partita è riuscito anche a finirla.
Nulla è oggi possibile per… questioni burocratiche. Sì perché la legge prevede prima di tutto un tavolo tecnico che non c’è stato con gli operatori del settore per definire quali siano i requisiti per consentire la disabilitazione dei nomi di dominio e degli indirizzi IP illegali. Un tavolo che non ci sarà prima di settembre e che non produrrà effetti concreti prima di ottobre.