Il presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, è intervenuto a lungo ai microfoni di Radio Bussola 24 per fare chiarezza sulla questione Dia: “Mi impegnerò a parlare con Dia. Sono cose che capitano nel calcio, dinamiche che accadono in questa industria così complessa. È evidente che il giocatore, sentendo le campane della Premier League, avrebbe voluto forse andare via. Ma ci sta, sono giovani. Mai soffocare le ambizioni e le aspettative dei giovani. Dall’altra parte, però, noi abbiamo investito molto su di lui. È un giocatore importante su cui la Salernitana punta in modo incredibile e quindi sono convinto che la questione rientrerà a brevissimo. Mi sembra una cosa giusta multarlo. La Salernitana è una società seria, ama e protegge i suoi tesserati. Siamo una società gentile da tanti punti di vista, ma dall’altra parte siamo anche una società con delle regole importanti che devono valere per tutti, anche se ti chiami Dia. Quindi mi sembra giusto multarlo”.
Iervolino ha tenuto ad invitare tutto l’ambiente intorno alla Salernitana, in particolare i giornalisti e la comunicazione, a fare un salto di qualità per aiutare il club a realizzare l’ambizioso progetto in cantiere: “Non dobbiamo essere divisivi e né tentare la discordia a tutti i costi. La fotografia ad oggi è che forse non siamo pronti e forti come nelle ultime partite dell’anno scorso, ma lo diventeremo. Ho avuto un confronto con il mister Sousa e il direttore De Sanctis e posso confermare che siamo totalmente allineati, ci siamo chiariti su tutte le questioni. C’è la volontà di credere in un progetto importante, serio e a medio-lungo periodo. Il mister ha detto che siamo un po’ meno forti, ma ciò non vuol dire che la campagna acquisti ha disatteso qualcosa o ha creato una squadra che sarà meno forte. Ha solamente fotografato l’istantaneità e il momento particolare. Non c’è polemica. C’è una visione unanime, remiamo tutti nella stessa direzione. Non ci sono screzi e non dobbiamo ogni volta alimentare divisioni che non esistono. Lo dico davvero con autenticità e con puro spirito di trasparenza. Non esiste alcuna divisione tra me, il direttore e l’allenatore. Penso che voi operatori dell’informazione abbiate un compito molto importante. Quando cresce una squadra di calcio velocemente come la nostra, c’è bisogno di un salto di qualità da parte dei tifosi, dei portatori di interessi, dei giornalisti e anche della comunicazione che date. Noi siamo una squadra che rispetto alle concorrenti ha i salari più alti, ha giocatori convocati in nazionale o nel giro della nazionale, abbiamo fatto investimenti importanti. Questa è la fotografia, il resto sono chiacchiere da bar. Questo ovviamente non vuol dire essere i più forti, il calcio è uno sport collettivo e si gioca in undici, però questo significa che si sono fatti sacrifici molto maggiori rispetto ai concorrenti e questa è la cosa importante. Bisogna comunicare ai tifosi che la maggior parte dei giocatori in rosa sono nostri, soltanto un paio sono in prestito. Abbiamo patrimonializzato. Invece, i tifosi vengono disorientati. Dobbiamo fare un grande salto di qualità. Questa polemica quotidiana del ‘quello è più forte’ o del ‘manca il numero 9’ deve finire. Anch’io avrei preso Mbappè, i giocatori più forti al mondo li conosciamo tutti, ma abbiamo costruito una squadra solida e di proprietà. Abbiamo riscattato Dia e non era facile. Lui è il nostro numero 9, anche se ha scelto la maglia numero 10. Perché avremmo dovuto prendere un altro attaccante forte come lui per fargli fare la riserva? Le squadre si costruiscono con giudizio, equilibrio, sintesi, rotondità. Invece di creare polemiche, bisogna invece suonare la carica, portare le famiglie allo stadio ed essere sereni. Dobbiamo fare un campionato all’insegna dell’armonia, a testa alta, esprimendo un bel gioco, sentendo il calore e la vicinanza dei tifosi. Invece, già dopo tre partite, un po’ tutti i giornali abbiano bisogno di sentire la voce del presidente perché sembrava si fosse rotto il giocattolo. Non si è rotto nulla”.
Infine, Iervolino è stato chiamato in causa sulle difficoltà che la Salernitana sta incontrando in tema di strutture: “Il centro sportivo sarà la casa della Salernitana. Stiamo valutando tante cose, ma Salerno non ha oggi un suolo adibito a centro sportivo già con una chiara licenza di edificazione per permetterci ciò. Il processo è abbastanza lungo, capire le cubature e se su quel suolo si può edificare o meno. Noi lo dichiariamo con enfasi perché siamo innamorati di questo progetto. Sembra, però, che lo dobbiamo realizzare in un giorno, al tifoso in generale non cambia il progetto sportivo. Lo vogliamo realizzare, ma non metteteci ogni volta nelle condizioni di dover subire un peso. A Salerno sto subendo un peso che mai avrei pensato di subire comprando una squadra di calcio. Ogni cosa detta è una promessa solenne, ma non dipende sempre da noi. Non fateci vivere un’angoscia di dover sempre parlare di meno ed essere chiusi e abbottonati. Ci auguriamo di presentarlo quanto prima. Non dobbiamo vivere stress e tensioni inutili perché questo ci allontana in generale. Allontana la società dal territorio perché si creano cortocircuiti che fanno malissimo. Non dobbiamo stare sempre alla berlina, al giudizio spasmodico e a una pressione che secondo me fa molto male. Lo dico a voi giornalisti e faccio un appello ai tifosi, che hanno sempre dimostrato grande affetto, anche se c’è sempre qualche minuscola parte di haters: dobbiamo crescere. La riuscita del progetto passa dalla crescita del tifoso, del territorio, dei giornalisti, della comunicazione, degli investimenti. Cosa succederà quando venderemo un giocatore di punta? Dovrà capitare per forze, è nella logica del calcio. Non possiamo ogni volta vivere nel rimpianto di chi è andato via e chiederci per un campionato intero se chi arriva sia più o meno forte. Bisogna essere più maturi. C’è bisogno di una crescita collettiva. Solo allora porteremo la Salernitana a crescere sempre di più, perché si cresce tutti insieme. Mi auguro che tutto questo possa essere fatto nel più breve tempo possibile, così allentiamo tutti quanti questa pressione che non ci fa bene”.
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