È uscito al cinema il nuovo film di Matteo Garrone “Io capitano”. Il film racconta la storia, ormai consuetudine, del tragico viaggio che i migranti devono affrontare per raggiungere l’Europa.
I protagonisti Seydou e Moussa dal Senegal sognano e intraprendono il grande viaggio.
È difficile non notare i vestiti di seconda, forse terza mano che i protagonisti indossano, ancora più complesso è non fare caso che si tratta quasi sempre di maglie da calcio; infatti sia Seydou che altri personaggi del film indossano maglie di Tottenham, Juventus, Barcellona e altre squadre.
Qual è il significato di tutto questo?
Quelle maglie sono molto di più di un semplice accessorio da indossare, rappresentano un punto d’arrivo, una conquista.
Sono il mezzo che gli permette di sentirsi Europei anche in Senegal o in qualsiasi altra parte dell’Africa.
Garrone mette in scena un aspetto che non dovremmo mai dimenticarci: lo sport, in questo caso il calcio, fa parte di ogni cultura e deve continuare a unirci.
In mezzo al mare, mentre alcuni migranti si stavano sentendo male sulla nave, un gruppo cospicuo di passeggeri tentava di salvarli; ognuno con una maglia da calcio diversa, ma sostenendo tutti quanti la stessa squadra.
E poi c’è Seydou che più di tutti incarna le qualità di un vero capitano, in tutte le possibili accezioni del termine.
Il calcio non è solo un gioco.
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