Cesare Prandelli ex allenatore della Fiorentina è stato intervistato a Radio Serie A: “Quando ho accettato di tornare alla Fiorentina c’era il problema del Covid ed era una situazione complicata anche a livello personale. Mi sono messo sulle spalle tanti problemi, forse avrei dovuto limitarmi a fare l’allenatore, e man mano che andavo avanti mi rendevo conto che ero un po’ solo, non c’era condivisione sulla progettazione. In Sampdoria-Fiorentina quando Quagliarella ha fatto gol ho sentito un vuoto dentro di 4-5 secondi, mi è mancata l’aria. Ho parlato con persone competenti e mi hanno consigliato di staccare un po’, sentivo il peso della responsabilità, un assillo mentale e un coinvolgimento totale che mi dava malessere ogni volta che entravo al centro sportivo.
Abbiamo giocato a Benevento, quando Dusan fece 3 gol, ma mi sentivo a disagio, la cosa è continuata per qualche giorno e dopo la partita col Milan ho deciso di staccare. Non è stata depressione. Non ho avuto paura, anzi piano piano mi sono alleggerito. Molti altri allenatori mi hanno chiamato, mi hanno detto di aver provato cose simili e mi hanno consigliato di riprovarci in un’altra squadra, ma mi piaceva l’idea di chiudere a Firenze. La Fiorentina mi è rimasta nel cuore, all’inizio ho fatto fatica a rivederla, ora la seguo con amore ma non sono più tornato allo stadio. Sicuramente succederà”.”
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